Tumore differenziato della tiroide: i pazienti che non-rispondono al trattamento con Iodio radioattivo hanno una prognosi meno favorevole


Uno studio condotto da Ricercatori italiani ha valutato la presentazione clinica e l’esito del carcinoma differenziato della tiroide su una vasta serie di pazienti gestiti in modo omogeneo.

È stata analizzata nello studio una coorte di 1.503 tumori differenziati della tiroide seguita in accordo con un protocollo standardizzato.

Le principali misure di esito erano la presentazione clinica alla diagnosi, la sopravvivenza, la morbilità e fattori di rischio prognostici.

L’età media alla diagnosi era di 46 anni.

Il tumore papillare e bassi stadi patologici delle metastasi linfonodali hanno rappresentato oltre l’80% dei casi.

La sopravvivenza cancro-specifica a 5, 10 e 15 anni è stata pari a 98.6%, 94.7% e 87.4%; la sopravvivenza libera da malattia e libera da progressione a 10 anni è stata, rispettivamente, di 96.8% e 17.1%,.

Il tasso di mortalità tumore-specifico è stato del 2.5%, il tasso di ricorrenza 0.6%, mentre il tasso di morbilità 12.6%.

La risposta al trattamento con Iodio radioattivo è risultata essere il più forte predittore di un buon esito all’analisi multivariata ( hazard ratio, HR=211; P<0.0001 ).

Altre variabili indipendenti di predizione sono state: sesso, età, istologia e metastasi distanti per la sopravvivenza e metastasi per la morbilità.

In conclusione, un approccio terapeutico iniziale rigoroso porta a una migliore sopravvivenza e a una morbilità molto bassa.
I pazienti che non-rispondono al trattamento con Iodio radioattivo hanno una prognosi peggiore. ( Xagena_2009 )

Sciuto R et al, Ann Oncol 2009; 20: 1728-1735



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