Brachiterapia per il tumore alla prostata


La brachiterapia è un tipo di radioterapia utilizzata per trattare il tumore della prostata ed è spesso definita radioterapia interstiziale, in quanto la fonte delle radiazioni viene localizzata all’interno della prostata.
In tale modo, è possibile colpire in modo più mirato il tumore prostatico, riducendo l’entità di danni collaterali agli altri organi nelle vicinanze ( come il retto e la vescica ).

La brachiterapia è una tecnica indicata a pazienti con malattia organo-confinata, PSA minore o uguale a 10 ng/mL, punteggio istologico di Gleason 6 alla biopsia e con una prostata di piccole dimensioni.

Le radiazioni sono generate da piccole barre metalliche, grandi come un chicco di riso, dette semi. I semi sono inseriti all’interno della prostata utilizzando aghi particolari, inseriti a livello della zona perineale ( area compresa tra l’orifizio anale e lo scroto ). La procedura avviene in anestesia spinale ( o generale ) e sotto guida ecografica.
Sono impiantati diversi semi per garantire un trattamento uniforme di tutta la prostata.

Gli impianti rimangono a vita all’interno della prostata, senza causare un pericolo per le altre persone, in quanto le radiazioni vengono assorbite soltanto dal tessuto prostatico circostante ai semi, e soprattutto perché l’attività dei semi decade nel tempo.
Tuttavia, viene consigliato ai pazienti sottoposti a brachiterapia di evitare di prendere in braccio bambini piccoli e di non stare vicino a donne gravide i primi giorni dopo l’impianto.

Diversi studi hanno dimostrato buoni risultati per pazienti con tumore prostatico a basso rischio, con l’80% dei pazienti liberi da progressione di malattia 7 anni dopo il trattamento.
La brachiterapia è sconsigliata per il trattamento di tumori voluminosi e aggressivi.

Gli effetti collaterali più comuni della brachiterapia sono dovuti all’irritazione della vescica da parte delle radiazioni, e tendono a essere più comuni in pazienti che già soffrono di sintomatologia dovuta a iperplasia prostatica benigna.

A differenza della radioterapia esterna, i pazienti trattati con brachiterapia soffrono molto meno d’irritazione del retto, anche se raramente sono stati descritti episodi di fistole retto-uretrali. ( Xagena_2016 )

Fonte: Ospedale S.Raffaele di Milano, 2016

Xagena_Medicina_2016