Tumore alla prostata: rivalutazione del test PSA


Lo screening per il tumore alla prostata basato sul valore PSA ( Antigene prostatico specifico ) può veramente ridurre la mortalità in modo significativo, tra il 25 e il 32%.
La scoperta è stata pubblicata su Annals of Internal Medicine.

Il test PSA è sempre stato al centro del dibattito per la sua effettiva utilità. I due studi che avevano messo in dubbio il valore del test PSA sono stati rianalizzati tenendo conto delle differenze con cui erano stati effettuati.
E' emerso che è preferibile fare lo screening con PSA.

Secondo Riccardo Valdagni, direttore del Programma Prostata dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano, il test PSA non è l'esame di screening ideale, ma se impiegato con criterio può salvare vite umane.

In seguito alla diffusione dell’utilizzo del PSA, sono molto aumentate le diagnosi di tumore della prostata.
Una quota rilevante di tumori, per il loro andamento indolente e la progressione molto lenta, non avrebbe dato manifestazioni cliniche nell’arco della vita, se non fosse stato diagnosticato in seguito all’alterazione del PSA.

Per evitare gli effetti collaterali delle terapie radicali ( prostatectomia e radioterapia ), i pazienti che presentano le caratteristiche di una malattia potenzialmente indolente ( tumori di piccole dimensioni e di bassa aggressività biologica ) possono avvantaggiarsi di un percorso di sorveglianza che consiste in un programma di monitoraggio, attraverso il dosaggio del PSA, la visita e la ripetizione periodica delle biopsie prostatiche.
L'obiettivo dei controlli è di evitare i trattamenti a tutti i pazienti che mantengono le caratteristiche di malattia iniziali e trattare i pazienti che nel corso del tempo manifestano caratteristiche di malattia a maggiore aggressività.

Nello studio PRIAS i decessi per tumore della prostata sono stati lo 0.4%: un numero molto piccolo, che ci dice che la sorveglianza attiva è sicura.

Il tumore alla prostata si sviluppa più frequentemente negli ultracinquantenni; è il secondo più comune tipo di tumore negli Stati Uniti, dove è responsabile del maggior numero di morti da tumore, dopo il tumore del polmone.
Molti fattori, compresa la genetica e la dieta, sono stati implicati nello sviluppo del carcinoma prostatico.
Il tumore prostatico viene più spesso scoperto all'esame obiettivo o per il tramite di esami ematici, come la misurazione del PSA.
Un sospetto tumore alla prostata è tipicamente confermato tramite l'asportazione ( biopsia ) di un frammento di tessuto, e il successivo esame istologico.
Si può ricorrere a ulteriori test come l'ecografia, la radiografia e la scintigrafia, per determinarne la diffusione e se il tumore abbia o meno originato metastasi.

Il tumore prostatico si può trattare con la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale, occasionalmente la chemioterapia, o combinazioni di queste.
L'età e lo stato di salute del paziente, così come la diffusione del tumore, l'aspetto microscopico, e la risposta al trattamento iniziale, sono importanti per determinare la prognosi.
Poiché il tumore della prostata è una malattia tipica degli uomini anziani, molti di essi potranno andare incontro a morte prima che il tumore possa espandersi o causare sintomi; ciò rende difficoltosa una selezione del trattamento.
La decisione se trattare o meno un tumore localizzato ( ossia completamente confinato all'interno della prostata ) implica un bilancio tra i benefici attesi e gli effetti negativi in termini di sopravvivenza del paziente e della sua qualità della vita. ( Xagena_2017 )

Fonte: Istituto Nazionale Tumori ( INT ) di Milano, 2017

Xagena_Medicina_2017