Durata e intensità dell’abitudine al fumo e rischio di malattia di Parkinson


Uno studio ha valutato l'importanza relativa della durata dell’abitudine al fumo contro l’intensità della stessa nel ridurre il rischio di malattia di Parkinson.
Lo studio ha coinvolto 305.468 partecipanti della coorte NIH-AARP Diet and Health, di cui 1662 avevano una diagnosi di malattia di Parkinson manifestatosi dopo il 1995.

Rispetto ai non-fumatori, l’odds ratio ( OR ) multivariata è stata pari a 0.78 per coloro che hanno fumato in passato e di 0.56 per i fumatori attuali.

Per coloro che hanno fumato in passato, è stata osservata una tendenza monotona verso valori più bassi di rischio di malattia di Parkinson per tutti gli indicatori di maggiore abitudine al fumo.

Analisi stratificate hanno indicato che la durata del fumo era associata ad un minor rischio di malattia di Parkinson entro un’intensità fissa di abitudine al fumo.
Ad esempio, rispetto a chi non ha mai fumato, l’odds ratio per gli ex-fumatori che avevano fumato più di 20 sigarette al giorno è stato pari a 0.96 per 1-9 anni di fumo, 0.78 per 10-19 anni, 0.64 per 20-29 anni, e 0.59 per 30 anni o oltre ( p per trend =0.001 ). Al contrario, a durata fissa, il numero di sigarette fumate al giorno, in generale, non era correlato al rischio di malattia di Parkinson.

Un attento esame delle abitudini al fumo nei primi anni di vita ha dimostrato che i pazienti con malattia di Parkinson avevano meno probabilità di essere fumatori per ogni periodo di età, ma, se fumavano, fumavano un numero di sigarette al giorno simile a quello degli individui senza malattia di Parkinson. In conclusione, questo ampio studio indica che il fumo per lunghi periodi è più importante dell’intensità del fumo stesso nella relazione tra fumo e malattia di Parkinson. ( Xagena_2010 )

Chen H et al, Neurology 2010; 74: 878-884



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