A maggio esplode la stagione delle allergie: i frequenti e drastici cambiamenti di temperatura hanno avuto come conseguenza una esplosione degli episodi di impollinazione


In Italia i soggetti che soffrono di sintomatologie allergiche ( come la rinite allergica o l’asma allergico ) sono aumentati di 7 volte negli ultimi 30 anni, passando dal 4% a quasi il 30% della popolazione. L'aumento dell'anidride carbonica non provoca soltanto inquinamento, ma stimola anche la produzione di piante: nelle zone incolte, quindi, intensifica lo sviluppo di piante spontanee.
L'inquinamento atmosferico, soprattutto quello causato dal traffico veicolare dei motori diesel, produce un polline maggiore e più aggressivo, nonché un'infiammazione delle vie aeree dei soggetti.

Atlante dei pollini

A nord le più minacciose sono le Graminacee, che cominciano a fiorire lungo la costa, e che possono provocare anche forme di asma. Problematica anche la fioritura di alcuni alberi, come quella del nocciolo. Le querce sono diffuse lungo tutto il territorio, e attualmente producono molti pollini. Da metà maggio, soprattutto in Puglia e Liguria, gli ulivi rilasciano i pollini.

L'allergene più diffuso è quello delle Graminacee, soprattutto al Nord. Queste piante fioriscono abbondantemente nei prati. Le presenze maggiori di questi pollini sono nella Valle Padana, negli Appennini centrali, in Campania e in Sardegna.
A seguire la Parietaria, soprattutto al Sud, che cresce soprattutto sui muri e sui ruderi, con una fioritura da marzo sino ad ottobre, con una elevata sensibilizzazione. La prevalenza di questa sensibilizzazione è intorno al 60-70 % nelle aree del Sud, Isole ed in Liguria ( che costituisce un’eccezione, tra le regioni settentrionali ). Nelle regioni del Nord la prevalenza oscilla tra il 20 e il 40%.
Le Graminacee colpiscono, in media, ben il 50% dei soggetti con allergie respiratorie, mentre la Parietaria il 30%.

Quella delle Cupressaceae è la specie la cui importanza allergenica è stata maggiormente rivalutata negli ultimi anni. Una indagine policentrica italiana ha definito una prevalenza media di circa il 18% con punte intorno al 30% in Toscana ed in Liguria, dove queste piante sono molto ben rappresentate. L'incidenza è molto importante per Betulaceae e Corylaceae: negli ultimi decenni, in Italia, si è verificato un incremento delle sensibilizzazioni a specie arboree come: Corylus, Ostrya, Carpinus, Betulla, Alnus, tra di loro cross-reagenti.
La pollinazione parte precocemente, da gennaio a maggio: la prevalenza di sensibilizzazione può raggiungere il 15%.

In Lombardia particolarmente insidiosa è l'ambrosia, della famiglia delle Compositae, che fiorisce nei mesi estivi, tra agosto ed ottobre, ed ha un potere asmogeno rilevante. Si tratta di una pianta spontanea che si sviluppa nei terreni incolti, soprattutto nel Varesotto e nei pressi dell'aeroporto di Malpensa. Una pianta particolarmente critica perché é cresciuta molto negli ultimi anni, anche per via dell'inquinamento.

Si stima che un cambio di mezzo grado di più della temperatura fa aumentare da 10 a 100 volte la quantità dei pollini nell'aria di conseguenza aumentano da 10 a 100 volte le persone che soffrono di allergie durante la primavera.
Con un aumento costante della temperatura del pianeta ci saranno sempre di più inverni miti, primavere precoci, estati più calde e di conseguenza maggiore quantità di pollini in atmosfera e di acari nelle case ( causa la maggiore umidità ) e alla fine più persone che soffrono di allergie respiratorie e cutanee, come rinite, asma ed eczema.

I sintomi allergici più frequenti sono congiuntivite, starnuti e otturazioni nasali. Possono intervenire anche disturbi alla gola nonché asma, quando la situazione si fa più grave.
Per i soggetti allergici, si consiglia di rimanere a casa nelle ore più calde, quando i fiori producono più pollini, soprattutto nelle zone ventose e in quelle più alberate. Se possibile, meglio uscire la mattina o la sera. ( Xagena_2016 )

Fonte: AAITO ( Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri ), 2016

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