Tachicardia atriale con conduzione atrioventricolare 1:1 precipitata dal Propafenone


Un uomo di 58 anni si è presentato al Pronto Soccorso con tachicardia rapida a insorgenza improvvisa e significativa presincope mentre stava camminando in piano.
Il paziente, il giorno precedente, era stato sottoposto con successo a una cardioversione elettrica ( DC, direct current ) per fibrillazione atriale.

Dopo 6 ore dalla cardioversione era comparsa una frequenza cardiaca aumentata in modo intermittente ma regolare.

All’arrivo al reparto di Emergenza il paziente non presentava compromissione emodinamica. L'ECG aveva mostrato una tachicardia atriale, anziché fibrillazione atriale.

Il paziente era in terapia con Propafenone ( Rytmonorm ) 300 mg due volte al giorno, Bisoprololo ( Congescor ) 5 mg alla notte e Warfarin ( Coumadin ).

Il dosaggio di Bisoprololo è stato aumentato a 5 mg due volte al giorno ed è stata pianificata l'ablazione a livello ambulatoriale.

Appena dimesso il paziente ha subito un collasso con palpitazioni rapide, costrizione toracica e sintomi vagali.

Al ritorno nel Dipartimento d’Emergenza il paziente era in stato di ipotensione con una frequenza cardiaca di 200 bpm. L'ECG ha mostrato una conduzione atrioventricolare ( AV ) 1:1 della tachicardia atriale, che è prontamente migliorata dopo somministrazione di Atenololo ( Tenormin ) per via endovenosa.

I farmaci antiaritmici di classe 1c, come il Propafenone, possono scatenare una conduzione atrioventricolare 1:1 delle tachicardie atriali con conseguenti esacerbazioni di frequenza ventricolare o addirittura di tachiaritmie maligne.
È pertanto essenziale nei casi sospetti l’utilizzo concomitante di farmaci bloccanti il nodo AV sia a scopo profilattico sia in acuto. ( Xagena_2009 )

Khavandi A, Walker SK, Emerg Med J 2009;26:904-905



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