Verapamil: nessun effetto benefico nei pazienti con fibrillazione atriale persistente sottoposti a cardioversione elettrica


Lo studio VERDICT ( Verapamil versus Digoxin and Acute versus Routine Serial Cardioversion Trial ) ha esaminato se

1) le ripetute cardioversioni elettriche dopo una recidiva di fibrillazione atriale

e

2) la prevenzione dell’overload di calcio intracellulare da parte del Verapamil

siano in grado di ridurre l’intrattabilità della fibrillazione atriale.

Hanno preso parte allo studio 144 pazienti con fibrillazione atriale persistente.

Il 51% dei pazienti sono stati assegnati in modo casuale alla cardioversione elettrica in acuto ( entro 24 ore ) ed il 49 % alla cardioversione elettrica di routine. Il 51% dei pazienti ha assunto Verapamil ( Isoptin ) ed il 49 % di pazienti Digossina ( Lanoxin ) per il controllo della frequenza prima delle cardioversioni elettriche e durante il periodo osservazionale.

I farmaci antiaritmici di classe III sono stati impegnati nel corso di recidive di fibrillazione atriale.

Il periodo osservazionale è stato di 18 mesi.

Al basale, non c’erano significative differenze tra i gruppi, ad eccezione dell’impiego dei beta-bloccanti: 38% nel gruppo Verapamil e 60% nel gruppo Digossina ( p = 0.01 ).

Al follow-up, non è stata osservata alcuna differenza nella presentazione della fibrillazione atriale permanente tra il gruppo cardioversione acuta ed il gruppo cardioversione di routine, ed neppure tra i pazienti assegnati al Verapamil o alla Digossina.

Lo studio ha mostrato che la strategia di cardioversione acuta non migliora il controllo del ritmo nel lungo periodo, rispetto alla strategia di cardioversione di routine. Inoltre il Verapamil non ha esercitato alcun effetto benefico riguardo alla strategia di cardioversione elettrica. ( Xagena_2007 )

Hemels ME et al, J Am Coll Cardiol 2006; 48: 1001-1009



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