Sospetta infezione del dispositivo cardiaco impiantabile: utilità della TC-PET con FDG nel discriminare i pazienti a basso rischio


L’infezione dei dispositivi cardiaci impiantabili ( CIED ) è un’evenienza che si accompagna ad un elevato tasso di mortalità e morbilità a un anno se non trattata correttamente.
In caso di infezione, l’unica terapia veramente risolutiva consiste nell’espianto completo del sistema di stimolazione / infezione. Tale procedura non è comunque esente da complicanze anche gravi.
È pertanto importante identificare in modo corretto i pazienti che necessitano di estrazione completa.

La tomografia a emissione di positroni con Fluoro-desossi-glucosio [ 18F-FDG ] associata a tomografia computerizzata. ( TC/PET con FDG ) è una tecnica di imaging in grado di evidenziare la presenza di accumulo di cellule infiammatorie a livello dei tessuti corporei, grazie alla capacità dei linfociti di accumulare glucosio marcato.
La tecnica, principalmente utilizzata in oncologia, ha dimostrato in alcuni studi preliminari di avere una buona sensibilità nell’identificare le infezioni dei dispositivi cardiaci impiantabili.

Uno studio ha valutato quanti pazienti sottoposti a PET per sospetta infezione del dispositivo cardiaco impiantabile ( definita come febbre di origine sconosciuta o tumefazione / arrossamento della tasca ), e con PET risultata negativa, hanno dovuto essere sottoposti a procedura di estrazione catetere per evidenza di infezione del dispositivo.

Nel periodo 2012-2013, 15 pazienti con sospetta infezione del dispositivo cardiaco impiantabile ( 6 febbri di origine sconosciuta e 9 tumefazioni / arrossamenti della tasca ) sono stati sottoposti a TC/PET con FDG.
Il gruppo di pazienti comprendeva 10 maschi e 5 femmine, con un’età media di 70 ± 12 anni ( range 35-82 anni ) e il follow-up medio attuale è stato di 192 ± 150 giorni.

Un totale di 10 pazienti ( 7 maschi, età media 73 ± 7 anni, follow-up medio 159 ± 133 giorni ) hanno avuto una PET-negativa ( PET- ), mentre 5 ( 3 maschi, età media 66 ± 18 anni, follow-up medio 258 ± 175 giorni ) hanno avuto una PET-positiva ( PET+ ) e sono stati pertanto sottoposti a espianto completo del sistema.

In tutti questi pazienti, il colturale delle punte dei cateteri o del tessuto della tasca è risultato positivo per crescita batterica.

Solo uno dei pazienti con PET- è stato sottoposto nel corso del follow-up ( a distanza di una settimana dalla PET ) a estrazione, dato il persistere di febbre settica e leucocitosi marcata a distanza di 28 giorni dall’impianto. Il colturale dei cateteri di questo paziente è risultato comunque negativo per crescita di batteri, e pertanto la diagnosi di infezione del dispositivo cardiaco impiantabile di questo paziente è rimasta tutt’altro che certa.

A un anno di follow-up nessuno dei pazienti dei due gruppi è deceduto o ha dovuto essere sottoposto a nuove procedure interventistiche per infezione.

Secondo i ricercatori, la PET sembra avere una sensibilità del 100% e una specificità di almeno il 90% ( anche se il caso sottoposto ad estrazione è rimasto dubbio ) nell’iter diagnostico della sospetta infezione del dispositivo cardiaco impiantabile

In conclusione, la TC/PET con FDG si è confermata un’indagine di elevata utilità nel discriminare correttamente i pazienti con sospetta infezione del dispositivo cardiaco impiantabile che necessitano o meno di procedura estrattiva. ( Xagena_2014 )

Michelotti F et al, G Ital Cardiol 2014;15: Suppl 1

Cardio2014 Inf2014