Il caso Natrecor: le accuse di Eric Topol


Nel 2001 l’FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato la Nesiritide ( Natrecor ), peptide natriuretico di tipo B, per il trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia scompensata, in fase acuta.

L’approvazione è avvenuta senza che la Nesiritide mostrasse alcun provato beneficio clinico rispetto ai trattamenti esistenti in termini di sopravvivenza e di riduzione dell’ospedalizzazione.

Su indicazione di un FDA Advisory Panel, Scios la società, che ha sviluppato e commercializza Natrecor negli Usa, ha condotto uno studio clinico di ampie dimensioni, VMAC ( Vasodilation in the Management of Acute Congestive Heart Failure ) per verificare la sicurezza e l’efficacia del farmaco.

Lo studio VMAC è stato condotto su 498 pazienti ospedalizzati che presentavano dispnea a riposo.
La Nesiritide è stata confrontata con la Nitroglicerina per via endovenosa, e con il placebo.

Il trattamento con Nesiritide ha prodotto una riduzione della pressione capillare polmonare incuneata ( una differenza di 4 mmHg ) e del grado di dispnea auto-riferito rispetto al placebo.

Lo studio non ha dimostrato alcun beneficio della Nesiritide nei confronti della Nitroglicerina in termini di morte o necessità di ripetute ospedalizzazioni entro 30 giorni.

Lo studio VMAC ha alimentato i dubbi sulla Nesiritide.

Solo il 30% dei pazienti aveva ricevuto la Furosemide o i diuretici per via endovenosa prima dell’arruolamento, sebbene l’impiego di questi farmaci rappresenti l’approccio standard all’insufficienza cardiaca scompensata in fase acuta.

Il dosaggio della Nitroglicerina non è stato titolato in modo aggressivo, ed a causa della misurazione della pressione capillare polmonare incuneata la valutazione in doppio cieco è stata compromessa.

La durata di permanenza in ospedale è stata maggiore tra i pazienti che hanno ricevuto Nesiritide che tra quelli trattati con Nitroglicerina ( 10 versus 8,1 giorni; p = 0,008 ).

Nel 27% dei pazienti del gruppo Nesiritide si è avuto una aumento superiore a 0,5 mg/dl ( 44,2 micromol/l ) nei livelli di creatinina plasmatica contro il 21% dei controlli ( p = 0,11 ).

La Nesiritide non ha mostrato alcun effetto natriuretico o diuretico nei pazienti con insufficienza cardiaca scompensata.

Inoltre, la percentuale di mortalità a 30 giorni è stata dell’8,6% nel gruppo Nesiritide contro il 5,5% tra i controlli ( rischio relativo = 1,56; p = 0,20 ).

L’analisi di 3 studi clinici ( Sackner-Bernstein et al, Jama 2005 ) ha mostrato un aumento della mortalità a 30 giorni nel gruppo trattato con Nesiritide dell’81% rispetto al placebo.

L’aumento di mortalità ( 24% ) dopo trattamento con Natrecor è stato evidenziato anche dall’analisi di 7 studi clinici, compresi studi in aperto o con pazienti ambulatoriali, effettuata da Scios, società produttrice del farmaco.

Secondo Eric Topol, un noto cardiologo della Cleveland Clinic, la Nesiritide non ha mai incontrato i criteri minimi di sicurezza e di efficacia.

“ Finchè uno studio clinico non provi o che Natrecor sia in grado di ridurre il rischio di morte o di ripetute ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca il suo impiego rimane dubbio,” ha concluso Topol. ( Xagena_2005 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2005



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