Valvunoplastica mitralica: come valutare i risultati a lungo termine?


L'intervento di valvuloplastica è diventato la scelta di elezione per la correzione di un'insufficienza mitralica. Tuttavia si fa ricorso a questa procedura in casi in cui si è già instaurata una disfunzione miocardica irreversibile, che ne limita il successo a lungo termine. Per stabilire quali pazienti recupereranno dopo l'intervento sono stati proposti numerosi parametri ricavati da esami strumentali, non sempre di facile applicazione. Uno studio condotto su 58 pazienti sottoposti ad intervento di valvuloplastica per insufficienza mitralica cronica severa isolata, ha evidenziato che il valore di due semplici parametri ecocardiografici, il diametro telediastolico del ventricolo sinistro (DTD VS) e la frazione di eiezione del ventricolo sinistro ( FE VS) rilevati dopo due settimane dall'intervento permettevano di prevedere il recupero o meno a lungo termine ( follow up di di 38 +/- 6 mesi) della funzione ventricolare sinistra. I pazienti che a due settimane presentavano una riduzione del DTD VS < 15% rispetto ai valori precedenti l'intervento e una FE VS < 40% hanno presentato una elevata incidenza di disfunzione ventricolare sinistra asintomatica o asintomatica a distanza. Questi due parametri ecocardiografici, facilmente ottenibili, consentirebbero dunque un adeguato orientamento prognostico sia ai fini clinici che medico-legali. (Moreo A, Gordini V et Al: Left ventricular performance in chronic mitral regurgitation: temporal response to valve repair and prognostic value of early postoperative echocardiographic parameters. Ital Heart J 2000; 1 (2): 122-1279)
A cura di Stefano Castaldo, Specialista in Cardiologia, Napoli
(Keywords: valvunoplastica mitralica, insufficienza mitralica) ( Xagena 2000 )