Fibrillazione atriale e prevenzione dell’ictus: Edoxaban, un inibitore orale del fattore Xa


I pazienti che soffrono di fibrillazione atriale presentano un aumentato rischio di ictus, cinque volte superiore alla media della popolazione. Gli anticoagulanti, riducendo la tendenza alla formazione di coaguli sanguigni, vengono utilizzati per il trattamento e la prevenzione di episodi tromboembolici. I trattamenti esistenti come l’Eparina e gli antagonisti della vitamina K hanno dimostrato la loro efficacia. Tuttavia, l’uso di questi farmaci, specialmente gli antagonisti della vitamina K, è limitato dalla necessità di stretti controlli sulle eventuali interazioni con altri farmaci e con il cibo, nonché dal considerevole rischio di sanguinamento.

Edoxaban, un inibitore orale del fattore Xa, è attualmente in sperimentazione nello studio di fase III ENGAGE AF-TIMI 48 ( Effective aNticoaGulation with Factor xA Next GEneration in Atrial Fibrillation ) come potenziale nuovo trattamento per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.
Il fattore Xa è uno degli enzimi chiave per la coagulazione del sangue. Di conseguenza inibire il fattore Xa significa ridurre la possibilità di formazione dei coaguli e di episodi tromboembolici come l’ictus.

Un Programma di studi di fase I e II su Edoxaban ha già mostrato un’efficacia anticoagulante dose-dipendente in un’ampio range posologico, non accompagnata da un aumento del sanguinamento dose-dipendente.
Edoxaban presenta un profilo di sicurezza e di tollerabilità simile a quello di Warfarin ( Coumadin ) nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare. L’incidenza di episodi di sanguinamento maggiori e clinicamente rilevanti nei gruppi trattati con Edoxaban, alla posologia prevista di 30 e 60 mg una volta al giorno, è simile, o anche inferiore, a quella riscontrata nei gruppi trattati con Warfarin.

Lo studio ENGAGE-AF TIMI 48 mette a confronto due diversi dosaggi di Edoxaban con il Warfarin in pazienti affetti da fibrillazione atriale. Circa 16.500 pazienti in 1.400 diversi Centri in tutto il mondo saranno arruolati nello studio e assegnati a tre diversi gruppi, secondo un disegno sperimentale in doppio cieco e double dummy: il primo in trattamento con una singola somministrazione giornaliera di Edoxaban 30 mg, il secondo con una singola somministrazione giornaliera di Edoxaban 60 mg, il terzo con Warfarin. I pazienti che riceveranno Edoxaban non saranno sottoposti a monitoraggio della coagulazione. Al contrario ai pazienti del gruppo Warfarin il farmaco verrà somministrato una volta al giorno con un dosaggio tale che i parametri di coagulazione possano variare all’interno di un determinato intervallo di riferimento ( valori INR tra 2 e 3 ).
L’endpoint primario di efficacia è costituito dall’ictus e dagli eventi sistemici, mentre l’endpoint primario di tollerabilità è la frequenza dei sanguinamenti maggiori e di quelli clinicamente significativi non maggiori, secondo le definizioni ISTH ( International Society on Thrombosis and Haemostasis ). La durata mediana attesa del trattamento è di 24 mesi. ( Xagena_2009 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Congress, 2009



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