Il trattamento con gli inibitori di PCSK9 permette di raggiungere corretti livelli di colesterolo LDL e conseguentemente ridurre il rischio di nuovi episodi cardiovascolari acuti


HEYMANS è uno studio osservazionale attualmente in corso in 11 Paesi Europei, inclusa l’Italia, che ha come obiettivo quello di verificare le differenze fra le raccomandazioni delle Lineeguida e quello che succede nel mondo reale con uno dei nuovi farmaci per il controllo del colesterolo, l'inibitore del PCSK9 Evolocumab ( Repatha ).

L’arruolamento di oltre 1800 pazienti e il loro monitoraggio per 16 mesi rende questo studio il più ampio finora disponibile sull’impiego di questa terapia.

I pazienti arruolati erano a rischio molto alto; in oltre l'85% dei casi, avevano subìto un evento cardiovascolare e con livelli di colesterolo LDL medio all'ingresso di 150 mg/dl.

La terapia con Evolocumab ha consentito di ridurre il colesterolo LDL di circa il 60%, confermando nella pratica clinica che questi farmaci sono ad oggi i più potenti nella riduzione del colesterolo LDL, con un effetto che si mantiene inalterato nel tempo.

Un secondo aspetto relativo alla popolazione coinvolta nella ricerca è rappresentato dal fatto che oltre la metà dei soggetti arruolati nello studio erano intolleranti alle statine.

Il 40% dei pazienti è stato trattato in monoterapia con Evolocumab. Il 60% circa dei pazienti ha raggiunto il target delle Lineeguida del 2019 di 55 mg/dl di colesterolo LDL.

L’efficacia della terapia nei pazienti in prevenzione secondaria è fondamentale non solo per mantenere i livelli LDL nei parametri indicati, ma, soprattutto, per abbattere il rischio di eventi cardiovascolari futuri.

Il rischio a 10 anni dei pazienti dello studio, che sono a rischio molto alto e con livelli elevati di colesterolo LDL pari a 150 mg/dl, sarà maggiore di quello di uno studio di registrazione come lo studio FOURIER dove i pazienti entravano con livelli di colesterolo LDL di 90 mg/dl.
Questo significa che la riduzione del 60%, vale a dire di circa 90 mg/dl, comporta una riduzione del rischio importante, sia in termini relativi, sia in termini assoluti. Si può addirittura stimare una riduzione a 10 anni del rischio assoluto fra il 12 e il 14%. ( Xagena_2020 )

Fonte: ESC ( European Society of Cardiology ) Congress, 2020

Xagena_Medicina_2020