Ipercolesterolemia: quasi la metà dei pazienti trattati con le statine abbandona la terapia dopo 12 mesi


Il colesterolo ha un ruolo primario tra i fattori di rischio cardiovascolare ( infarto miocardico, ictus e conseguente mortalità ).
Tuttavia, molte terapie attualmente disponibili non riesce a tenere sotto controllo il colesterolo e a raggiungere i livelli adatti al proprio profilo di rischio, raccomandati dalle lineeguida europee.

In questo contesto, uno studio clinico multicentrico, il più ampio mai realizzato fino ad oggi su efficacia e sicurezza su entrambi i nuovi farmaci inibitori della proteina PCSK9.

L’indagine condotta in 9 Centri italiani ha coinvolto 798 pazienti, il 78% classificati a rischio cardiovascolare alto o molto alto, seguiti per oltre un anno e mezzo.
I pazienti arruolati al momento della prima prescrizione di anti-PCSK9 avevano valori di colesterolo LDL in media di 147 mg/dl, raggiungendo 51 mg/dl al momento dell’ultima osservazione.
I pazienti hanno presentato una riduzione media dei livelli di colesterolo del 64% che si è mantenuta per tutti i 19 mesi del follow up.
L’aderenza e la persistenza alla terapia sono risultate superiori al 95%, con una percentuale di interruzione del farmaco del 3%.
Con altri farmaci tradizionali, tipicamente con le statine, una larga percentuale di soggetti, fino al 50%, abbandona la terapia a un anno dalla prescrizione.

Secondo gli Autori, l'alta aderenza è sostanzialmente spiegabile con la scarsa quantità di effetti collaterali, rispetto alle statine, registrati in appena 4 pazienti e una modalità di somministrazione meno impegnativa con un’iniezione sottocutanea ogni 2 settimane anziché una pillola da assumere ogni giorno. ( Xagena_2022 )

Fonte: Università Federico II di Napoli, 2022

Xagena_Medicina_2022