Nuove evidenze sulla combinazione Sacubitril e Valsartan a 3 anni


Nel 2014 lo studio clinico randomizzato PARADIGM-HF aveva documentato la maggiore efficacia della combinazione Sacubitril e Valsartan ( Entresto ), rispetto a Enalapril, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco in classe NYHA II-IV con frazione di eiezione inferiore al 40%.

Entresto è un farmaco che, oltre a bloccare i recettori dell’angiotensina II, inibisce anche la neprilisina, aumentando così i valori plasmatici e l’attività di diversi peptidi ad azione natriuretica, vasodilatante e antipertrofica.
Un meccanismo, questo, che permette di allungare significativamente la sopravvivenza del paziente affetto da scompenso cardiaco. Infatti, in una analisi statistica realizzata dai ricerctaori di PARADIGM-HF, l’aspettativa di vita è risultata in media di 12.9 anni con la combinazione Sacubitril e Valsartan, rispetto agli 11.6 anni ottenuti con Enalapril.
Un guadagno di un anno e mezzo di vita, e se considera la combinazione sopravvivenza e ospedalizzazione l’allungamento è di 2.1 anni.

Inoltre, gli inibitori del recettore dell'angiotensina e della neprilisina ( ARNI ) esercitano effetti favorevoli anche in termini di qualità di vita.
In una piccola casistica di due pazienti pubblicata sul Journal of Cardiovascular Nursing, la somministrazione di Entresto è risultata efficace nel migliorare l’equilibrio idro-elettrolitico portando a una riduzione del dosaggio della terapia diuretica, con conseguente miglioramento delle condizioni di vita.

Presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna è stato effettuato uno studio di coorte relativo a 30 pazienti con scompenso cardiaco a funzione sistolica compromessa ( classe NYHA II e III ) e con diverse comorbilità.
E' stato valutato l’effetto clinico del trattamento con Sacubitril e Valsartan a 6 e 12 mesi.
Rispetto al basale, a 12 mesi non sono state osservate variazioni della pressione arteriosa, la frequenza cardiaca si è ridotta in modo statisticamente significativo, la creatinina è rimasta stabile ed è stato riscontrato un lieve miglioramento della velocità di filtrazione glomerulare.
Il trattamento con Entresto ha ridotto il numero delle ospedalizzazioni da 53 ( per un totale di 250 giorni di degenza ) nei 12 mesi precedenti l’inizio del trattamento a 0, 12 mesi dopo l’inizio.
I parametri ecocardiografici hanno documentato, ai 12 mesi, un netto miglioramento della frazione d’eiezione ( da 32 ± 5 a 48 ± 9 ), dei volumi ventricolari, degli indici di disfunzione diastolica e della pressione arteriosa polmonare. ( Xagena_2017 )

Fonte: SIC ( Società Italiana di Cardiologia ) Meeting, 2017

Xagena_Medicina_2017