Le statine nelle prime ore dell’infarto miocardico


Sull'American Journal of Cardiology, è stato pubblicato un articolo che dimostra come l'uso di statine entro 24 da un infarto miocardico, possa ridurre il rischio di decessi e di complicanze, anche se non è in grado di evitare un nuovo infarto.

I Ricercatori dell’University of California, Los Angeles, hanno analizzato i dati delle cartelle cliniche di più di 170 mila pazienti ricoverati in seguito ad infarto miocardico in 1230 ospedali americani.

Dall'analisi dei dati contenuti nel National Myocardial Infarction Registry 4, è emerso che l'utilizzo di una statina immediatamente dopo l'arrivo in ospedale è in grado di dimezzare il rischio di mortalità.

Questo dato evidenzia come le statine non siano solo farmaci utili ad abbassare i livelli di colesterolo LDL, ma anche in grado di proteggere dagli eventi ischemici.

Le statine hanno dimostrato di aumentare l’ossido nitrico ( NO ) endoteliale.
Inoltre, le statine sono in grado di abbassare i livelli di proteina C reattiva ( PCR ), facendo ipotizzare che il loro effetto protettivo cardiovascolare si esplichi mediante una soppressione dell'infiammazione.

Tra le statine disponibili, la più recente, Rosuvastatina ( Crestor ), ha dimostrato in uno studio in un modello animale di esercitare un'azione cardioprotettiva.

Nello studio STELLAR ( Statin Therapies for Elevated Lipid Levels compared Across doses to Rosuvastatin ), che ha messo a confronto i diversi dosaggi delle statine attualmente in commercio, è emerso che la Rosuvastatina possiede un maggior effetto ipolipemizzante, con un analogo profilo di tollerabilità. ( Xagena_2005 )

Fonte:

1) Fonarow GC et al, Am J Cardiol 2005; 96: 611-616

2) De Caterina R et al, Cardiovasc Research 2005; 66: 462-471

3) Jones PH et al, Am J Cardiol 2003;93: 152-160



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