Novità nel trattamento della dermatite atopica dell'adulto: Dupilumab


La dermatite atopica è una patologia finora orfana di trattamenti realmente efficaci, se si esclude il Cortisone, topico o sistemico, e un immunosoppressore, che però non possono essere presi per lungo tempo.
L'Agenzia regolatoria europea, EMA, ha approvato recentemente Dupilumab ( Dupixent ), un nuovo trattamento, che agisce alla base dei meccanismi della malattia.

La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle che colpisce non solo i bambini, ma anche gli adulti.
Nella sua forma da moderata a grave, è una malattia dall’elevato impatto sulla vita del paziente, a causa delle lesioni sulla pelle in particolare del viso, del collo e delle mani e, soprattutto, del prurito, incoercibile che tiene svegli la notte ( questi pazienti si grattano nel sonno e non lasciano nemmeno dormire il partner ).
A questo spesso si accompagna perdita di produttività sul lavoro, manifestazioni di ansia e depressione, difficoltà nelle relazioni personali e sociali.

Inoltre, la dermatite atopica può evolvere in altri problemi coinvolgendo altri organi, come ad esempio il sistema respiratorio con l’asma, la poliposi nasale, la rinite allergica.

La dermatite atopica ha un’incidenza abbastanza bassa nell’adulto ( 2-5% in tutte le forme, mentre nella forma grave si stima siano circa 8.000 le persone affette in Italia ).

C’è una base genetica: un difetto della barriera cutanea che permette ad agenti esterni di venire a contatto con il sistema immunitario cutaneo e quindi di indurre questa infiammazione, scatenata dalle interleuchine 4 ( Il-4 ) e 13 ( IL-13 ), che ordinano al sistema immunitario di infiammare la pelle provocando così il prurito e gli altri sintomi.

La pelle nei pazienti con dermatite atopica si presenta eczematosa, infiammata, secca, desquamata con lesioni provocate dal grattamento per il forte prurito ed è presente un ispessimento ( sclerotizzazione ), ovvero un indurimento della pelle dovuto al ciclo continuo di lesioni e guarigioni. Le parti interne di braccia e gambe, soprattutto a livello delle pieghe cutanee, sono i punti maggiormente critici.
Inoltre, spesso, alla già presente infiammazione si può aggiungere una sovrainfezione, causata ad esempio da stafilococco, che peggiora ancora di più il quadro clinico.

La dermatite atopica viene trattata essenzialmente con creme emollienti che servono a ristabilire l’integrità della barriera cutanea e con antinfiammatori topici, come il Cortisone, quando la situazione è localizzata e non-estesa.
Quando si passa oltre un certo livello in base agli indici di gravità della malattia stabiliti dalla scala EASI ( come un punteggio superiore a 20 ), si passa a una forma della malattia non più controllabile con i soli farmaci topici. In questi casi, spalmare una crema cortisonica su più del 10% della superficie corporea equivale a prendere il farmaco per bocca.
Il farmaco più utilizzato, che però non può essere somministrato cronicamente perché dà effetti collaterali non indifferenti, è il Cortisone. Si può utilizzare per pochi giorni per calmare il prurito, ma essendo una malattia cronica è difficile pensare a un paziente trattato con Cortisone per lungo tempo.

Un altro farmaco approvato è la Ciclosporina, un’immunosoppressore ad ampio spettro, che non agisce sulla causa del problema ma risolve le riacutizzazioni. Inoltre, non può essere utilizzato per più di 3-6 mesi a causa degli effetti collaterali, come l’induzione di ipertensione e la riduzione della funzionalità renale.

C’è quindi necessità di farmaci più avanzati, con profili di efficacia e sicurezza anche a lungo termine.

La vita attuale dei pazienti con dermatite atopica è una altalena, tra periodi di sollievo quando si assume il Cortisone e periodi in cui il prurito ritorna

In alcuni casi esporsi al sole fa bene, ma non in tutti i soggetti. Nel caso in cui il paziente eccede, si può avere un effetto paradosso con un maggior grado di infiammazione della pelle.

L’acqua di mare provoca bruciore sulle lesioni cutanee di questi pazienti, provocate dal prurito, e inoltre secca la pelle. Questi pazienti hanno già una pelle molto secca per l’incapacità della loro barriera cutanea di trattenere l’acqua.

Con Dupilumab è possibile controllare la malattia a lungo termine. In più del 50% dei pazienti trattati con l'anticorpo monoclonale è stato riscontrato un miglioramento dell’indice di gravità del 75%: questi pazienti migliorano significativamente già dopo 2 settimane, quindi dopo una sola somministrazione: scompare il prurito e proggressivamente scompaiono anche le lesioni cutanee, quelle infiammatorie più velocemente, le lesioni da grattamento cronico più lentamente.
Quindi si ha un sollievo immediato dai sintomi della malattia, per quanto riguarda sia le manifestazioni cutanee sia il prurito.

Negli studi clinici Dupilumab ha dimostrato una efficacia sovrapponibile sia con una somministrazione ogni settimana sia ogni due settimane.
Non è ancora noto se il trattamento sarà da somministrare continuativamente per tutta la vita oppure se sarà sufficiente fare dei cicli di terapia.
Allo stato attuale, dagli studi clinici si sa che a distanza di un anno il farmaco continua a essere efficace.

Negli studi finora condotti non sono stati osservate reazioni avverse preoccupanti nei pazienti trattati con Dupilumab, rispetto al placebo.

Dupilumab blocca un recettore, ovvero una proteina di membrana sulla superficie delle cellule. La subunità del recettore che viene bloccato è quello comune alle interleuchine 4 e 13, due citochine coinvolte nel processo infiammatorio. Bloccando il segnale, il farmaco interrompe l’attività di queste citochine ( sovra-espresse nella dermatite atopica ) di svolgere la propria funzione e così viene bloccato il meccanismo alla base della malattia. ( Xagena_2017 )

Fonte: Humanitas University di Milano, 2017

Xagena_Medicina_2017