L'immunoterapia a base di Pembrolizumab dopo l'intervento chirurgico riduce il rischio di recidiva nei pazienti con melanoma ad alto rischio


I risultati di un ampio studio clinico di SWOG Cancer Research Network, S1404, hanno mostrato che i pazienti con melanoma ad alto rischio trattati con un ciclo di Pembrolizumab ( Keytruda ) dopo l'intervento chirurgico hanno presentato un tempo più lungo prima che la loro malattia si ripresentasse rispetto ai pazienti trattati con Ipilimumab ( Yervoy ) o con Interferone ad alte dosi dopo l'intervento.

E' stata anche misurata la sopravvivenza globale ( OS ), ma non sono state trovate differenze statisticamente significative nei tassi di sopravvivenza globale tra i due gruppi di pazienti 3.5 anni dopo l'ultimo paziente arruolato nello studio.
Tuttavia, è emerso che i pazienti che assumevano Pembrolizumab avevano effetti collaterali meno gravi rispetto a quelli trattati con Interferone ad alte dosi oppure Ipilimumab.

L'analisi della sopravvivenza globale è stata eseguita in un punto temporale predefinito con solo circa il 50% degli eventi necessari per un'analisi completamente potenziata.

Lo studio ha assegnato in modo casuale 1345 pazienti adulti con melanoma in stadio III o IV che avevano subito un intervento chirurgico per rimuovere i loro tumori.
I pazienti sono stati randomizzati al braccio Pembrolizumab o al braccio di controllo ( ciclo di Interferone ad alte dosi o ciclo di Ipilimumab ).

Pembrolizumab, un farmaco immunoterapico che inibisce PD-1, è stato scelto per lo studio a causa della sua tossicità relativamente bassa e della sua attività nella malattia metastatica.
L'Interferone ad alte dosi e Ipilimumab, che erano trattamenti standard per questi pazienti all'inizio dello studio, spesso comportano gravi effetti collaterali.

Nello studio S1404, la tossicità è risultata inferiore nei pazienti del braccio Pembrolizumab. Tra i pazienti che assumevano Interferone ad alte dosi, circa il 72% ha avuto gravi effetti collaterali ( eventi avversi di grado 3 o superiore ).
Il tasso di tali effetti collaterali è stato di circa il 58% per quelli trattati con Ipilimumab, ma era solo del 32% circa per i pazienti trattati con Pembrolizumab. ( Xagena_2021 )

Fonte. ASCO Annual Meeting, 2021

Xagena_Medicina_2021