Anemia falciforme: Adakveo, prima terapia mirata per la prevenzione delle crisi vaso-occlusive ricorrenti


Crizanlizumab ( Adakveo ) trova indicazione nella prevenzione delle crisi vaso-occlusive ricorrenti nei pazienti con anemia falciforme di età uguale e superiore a 16 anni che abbiano presentato almeno due crisi vaso-occlusive nel corso dei precedenti 12 mesi.

Crizanlizumab può essere somministrato come terapia aggiuntiva a Idrossiurea ( nota anche come Idrossicarbamide ) o come monoterapia nei pazienti per i quali l'Idrossiurea è inappropriata o inadeguata, dove per inappropriata / inadeguata si intende una efficacia non-sufficiente o la presenza di problematiche di tollerabilità o insufficiente compliance.

L’anemia falciforme, che in Europa colpisce circa 50.000 persone, in Italia è considerata una rara patologia ematologica a causa della difficoltà di tracciamento e diagnosi: i pazienti registrati con un quadro clinico grave sono circa 2500-2800, sebbene esista un sommerso pari a circa il doppio dei pazienti.

Crizanlizumab, designato farmaco orfano, si lega alla P-selectina, una proteina di adesione cellulare che svolge un ruolo centrale nelle interazioni multicellulari che possono provocare vaso-occlusione.

Le crisi vaso-occlusive sono eventi gravi, imprevedibili e possono rappresentare vere emergenze sanitarie a causa della loro rapida evoluzione e alta mortalità.
Secondo la ricerca internazionale SWAY ( Sickle Cell World Assessment Survey ), il 91% dei pazienti ha riferito di almeno una crisi vaso-occlusiva nei 12 mesi antecedenti l’indagine.
Complessivamente i pazienti hanno riferito una media di 5.3 crisi vaso-ostruttive nei 12 mesi precedenti, di cui la maggior parte gestite con intervento medico.

Da un progetto di Medicina narrativa di Fondazione ISTUD è emerso inoltre in maniera evidente come l’anemia falciforme abbia un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti, dalla sfera affettiva a quella professionale o scolastica: nei periodi in cui si manifestano i sintomi, infatti, le persone con anemia falciforme fanno fatica a concentrarsi e a svolgere le proprie attività di studio o quelle lavorative.
Mediamente si assentano 39 giorni dal proprio posto di lavoro o da scuola.
Anche le altre attività di vita quotidiana, come per esempio fare la spesa sono spesso compromesse dalla malattia.
Inoltre, più del 50% delle persone con anemia falciforme effettua trasfusioni almeno una volta al mese.

Rguardo alla diagnosi, nel 43% dei casi viene effettuata e comunicata da un Centro diverso da quello in cui il paziente è ora in cura, spesso rappresentato da un Centro pediatrico.
Alcuni arrivano alla diagnosi dopo una peregrinazione tra più Centri di cura ( 28% ).
In pochi casi la diagnosi è avvenuta in seguito a un evento traumatico durante il parto, oppure nello stesso Centro presso il quale si è ancora in cura.
Inoltre, in un terzo dei casi ( 33% ) è stata fatta inizialmente una diagnosi diversa da quella di anemia falciforme, confusa con altre forme di anemia, in particolare la beta-talassemia, o altre condizioni quali dolori della crescita e reumatismi.

Adakveo era stato approvato nel 2020 dall’Agenzia europea del farmaco ( EMA ) sulla base dei risultati dello studio clinico SUSTAIN, che aveva dimostrato che Crizanlizumab era in grado di ridurre in modo significativo il tasso annuale mediano di crisi vaso-occlusive del 45% ( 1.63 versus 2.98 del placebo; P = 0.010 ).
Sono state osservate riduzioni della frequenza delle crisi vaso-occlusive tra i pazienti a prescindere dal genotipo dell’anemia falciforme e/o dall’uso di Idrossiurea.
È stato riscontrato un aumento di oltre il doppio della percentuale di pazienti senza crisi vaso-occlusive che hanno completato lo studio, rispetto al placebo.
Inoltre, Crizanlizumab ha dimostrato di ridurre il tasso annuale mediano di giorni di ricovero in ospedale del 42% ( 4.0 giorni per Crizanlizumab vs 6.87 giorni per il placebo ).
Sulla base degli studi clinici, Crizanlizumab ha presentato un profilo di sicurezza favorevole: sono stati infatti evidenziati eventi avversi similari tra i pazienti trattati con la terapia e il gruppo placebo.

La dose raccomandata di Crizanlizumab è di 5 mg/kg, somministrata mediante infusione endovenosa nell’arco di 30 minuti alla settimana 0, alla settimana 2 e successivamente ogni 4 settimane.

L’anemia falciforme è una delle malattie genetiche del sangue più comuni al mondo. È una patologia cronica, permanente e debilitante, di gravità clinica variabile.
L’anemia falciforme è caratterizzata dall’alterazione della forma e proprietà fisiche dei globuli rossi e da una maggior adesività delle diverse cellule ematiche rispetto al solito.
In determinate situazioni, queste cellule si attivano e aderiscono tra di loro e alla parete interna del vasi sanguigni, formando degli agglomerati ( cluster ) che possono rallentare, bloccare e ridurre il flusso di sangue e ossigeno, causando danni ai vasi sanguigni e agli organi. Questo comporta di conseguenza delle crisi acute ricorrenti ed imprevedibili di occlusione vascolare dolorosa, chiamate anche crisi vaso-occlusive, responsabili del danno d’organo. Le crisi dolorose tipiche dell’anemia falciforme comportano complicanze acute e a lungo termine, sconvolgendo la vita dei pazienti dal punto di vista fisico, sociale ed emotivo.

Le persone affette da anemia falciforme hanno ereditato dai propri genitori due copie anormali del gene dell’emoglobina. Coloro che hanno il tratto falciforme ( definiti anche portatori ) hanno ereditato un gene anomalo e un gene normale.
Il tratto falciforme può essere asintomatico, ma gli individui con la malattia possono trasmetterla ai propri figli. Se entrambi i genitori hanno il tratto, i figli hanno il 25% di probabilità di soffrire di anemia falciforme, il 50% di avere il tratto falciforme e il 25% di avere due geni normali o di non avere il tratto falciforme né l’anemia falciforme.
Un semplice esame del sangue può determinare se una persona è portatrice del tratto falciforme. ( Xagena_2022 )

Fonte: Novartis, 2022

Xagena_Medicina _2022