Levact nel trattamento dei pazienti con mieloma multiplo recidivato


Il mieloma multiplo è una malattia del midollo osseo caratterizzata dalla proliferazione incontrollata di plasmacellule, deputate alla produzione degli anticorpi, da fragilità ossea, anemia, difetti nella coagulazione, indebolimento delle difese immunitarie, ipercalcemia e frequente insufficienza renale.
Ogni anno, in Italia, si registrano oltre 4.000 nuove diagnosi di questo tumore ematologico che colpisce soprattutto in età avanzata e che si attesta al secondo posto tra le neoplasie ematologiche per incidenza dopo il linfoma.

Benché oggi esistano diversi farmaci efficaci contro il mieloma multiplo, i pazienti vanno spesso incontro a numerose ricadute, che rendono necessaria la disponibilità di nuove terapie per un miglior controllo della patologia, specie nelle sue forme più resistenti alle cure.

Essendo il mieloma una malattia prevalentemente dell’anziano, inoltre, è fondamentale poter contare su farmaci con effetti collaterali lievi e controllabili.

Per rispondere a queste esigenze l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ) ha notificato la possibilità di impiegare la Bendamustina ( Levact ) in monoterapia o in associazione a Bortezomib ( Velcade ) e Desametasone per il trattamento del mieloma multiplo recidivato nei pazienti nei quali l’utilizzo di altri farmaci sia inappropriato o inadeguato.

Prima d’ora, la Bendamustina poteva essere usata esclusivamente in prima linea e in associazione a Prednisone, in alcune particolari categorie di pazienti anziani.
Numerosi studi hanno confermato l’efficacia e la tollerabilità della Bendamustina anche nei soggetti ricaduti.

La Bendamustina è un agente chemioterapico che ha più di 50 anni ma la cui struttura rimane ancora oggi innovativa.
Il suo doppio meccanismo d’azione, antimetabolita e alchilante, lo differenzia dai chemioterapici appartenenti alla stesso gruppo.
Il farmaco è così in grado di superare il fenomeno della resistenza, che spesso rende le cellule tumorali non-più-responsive alle terapie, e si dimostra efficace anche nei pazienti recidivati dopo più linee di trattamento.
Altra importante caratteristica della Bendamustina è il suo buon profilo di tollerabilità: aspetto cruciale quando si sceglie la cura migliore per un paziente anziano, che presenta comorbidità legate all’età e/o problematiche secondarie legate alla malattia.

Nel corso degli anni, diverse evidenze cliniche hanno dimostrato che la Bendamustina può essere somministrata con sicurezza anche negli over 65 con comorbidità, tra cui insufficienza renale da lieve a moderata. ( Xagena_2014 )

Fonte: AIFA, 2014

Xagena_Medicina_2014