Eprex nel trattamento dell'anemia sintomatica nei pazienti con sindromi mielodisplastiche a rischio basso o intermedio-1


L'Agence Nationale de Sécurité du Médicament et des Produits de Santé ( ANSM ) ha approvato l'uso di Eprex ( Epoetina alfa ) come trattamento per l'anemia sintomatica ( concentrazione di emoglobina pari a 10 g/dL o valore inferiore ) nei pazienti adulti con sindromi mielodisplastiche primarie a rischio basso o intermedio-1 con bassi livelli di eritropoietina nel siero ( inferiore a 200 mU/mL ).

Questa approvazione è basata sui risultati dello studio clinico internazionale di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e multicentrico EPOANE 3021, e di tre studi clinici registrativi effettuati in tutta Europa.

EPOANE 3021 ha dimostrato l'efficacia e la sicurezza di Eprex come trattamento contro l'anemia nei pazienti adulti con sindromi mielodisplastiche a rischio basso o intermedio-1, in base alla classificazione effettuata con un sistema internazionale di classificazione prognostica ( IPSS ).
I dati su EPOANE 3021 sono stati presentati al 21° Congresso annuale della European Hematology Association ( EHA ) nel 2016.

Finora non non erano stati autorizzati farmaci stimolatori dell'eritropoiesi per il trattamento dell'anemia nelle sindromi mielodisplastiche, nonostante il fatto che questi preparati migliorano la sintomatologia dei pazienti.

EPOANE 3021 è uno studio randomizzato, in doppio cieco, multicentrico, controllato da placebo per la valutazione dell'efficacia e della sicurezza di Epoetina alfa come trattamento dei pazienti anemici con sindromi mielodisplastiche a rischio basso o intermedio-1 in base a un sistema di classificazione prognostica IPSS.

E' emerso che il 31.8% dei pazienti trattati con Epoetina alfa ha raggiunto l'endpoint primario di risposta eritroide, contro il 4.4% dei pazienti trattati con placebo ( p inferiore a 0.001 ).

Una analisi ad hoc per la valutazione dell'aggiustamento della dose in base al protocollo ha confermato una risposta eritroide statisticamente significativa per l'Epoetina alfa, con il 45.9% dei pazienti trattati con Epoetina alfa rispetto al 4.4% dei pazienti trattato con placebo che hanno ottenuto una risposta eritroide ( p inferiore a 0.001 ).

La durata media della risposta eritroide nei pazienti trattati con Epoetina alfa era di 197 giorni. Il numero di pazienti che necessitavano di trasfusioni nel braccio trattato con Epoetina alfa è sceso costantemente dal 51.8% nelle 8 settimane prima del basale al 24.7% entro la settimana 24.

La necessità di ricorrere a trasfusioni è rimasta invariata nei pazienti trattati con placebo ( 48.9% - 54.1% ) nello stesso intervallo di tempo.
L'intervallo di tempo antecedente la prima trasfusione è risultato più lungo nel gruppo trattato con Epoetina alfa ( p=0.046 ).

L'Epoetina alfa ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della qualità di vita nei pazienti responsivi.

Lo studio non ha prodotto nuovi segnali di sicurezza per Epoetina alfa e i risultati sono in linea con il profilo di sicurezza di Epoetina alfa già noto.
La proporzione di pazienti con almeno un evento avverso emergente da trattamento ( TEAE ) era numericamente superiore nel gruppo trattato con placebo rispetto a quello trattato con Epoetina alfa ( 88.9% vs. 77.6% ).

La sospensione del farmaco a causa di eventi avversi si è verificata nel 10.6% dei casi nel gruppo trattato con Epoetina alfa rispetto al 13.3% del gruppo trattato con placebo.
Quattro pazienti nel braccio trattato con Epoetina alfa ( 4.7% ) e nessuno nel braccio trattato con placebo hanno riportato un evento trombovascolare.
Si sono verificati quattro eventi a esito fatale nel braccio trattato con Epoetina alfa rispetto a uno nel braccio trattato con placebo; nessun caso è stato correlato al farmaco oggetto dello studio clinico.

Nel corso dello studio clinico la progressione verso la leucemia mieloide acuta è risultata simile nei due gruppi ( 3.5% nel gruppo Epoetina alfa; 4.4% nel gruppo placebo ).

Le sindromi mielodisplastiche sono un gruppo di malattie del sangue caratterizzate da un difetto nel midollo osseo che non riesce più a produrre le cellule del sangue in numero sufficiente.
Il ridotto numero di cellule del sangue normali ( citopenie ) a lungo termine può causare dei sintomi, tra cui infezioni, anemia, sanguinamento spontaneo o facilità di formazione di ecchimosi.
Il corso naturale delle sindromi mielodisplastiche è molto variabile, con una sopravvivenza globale che varia da poche settimane a diversi anni.
Le sindromi mielodisplastiche sono principalmente riscontrabili negli anziani, con una età media alla diagnosi di 70 anni, ma possono colpire anche pazienti più giovani.
L'incidenza in Europa è di circa quattro casi per 100.000 persone all'anno, con una punta di 40-50 casi ogni 100.000 nei pazienti di età pari o superiore ai 70 anni.
Circa il 60-80% dei pazienti affetti da sindromi mielodisplastiche è soggetto ad anemia sintomatica, che può ridurre in modo significativo la qualità di vita e spesso necessita di ripetute trasfusioni di sangue.
Il controllo dell'anemia e il miglioramento della qualità di vita sono gli obiettivi principali del trattamento per i pazienti affetti da sindromi mielodisplastiche con rischio ridotto.
Attualmente l'unica opzione di trattamento approvata sono le trasfusioni di sangue, che tuttavia portano al sovraccarico di ferro, che è associato a morbilità e mortalità significative.

L'Epoetina alfa è un agente stimolante la eritropoiesi che agisce stimolando la produzione di globuli rossi.
I farmaci stimolanti l'eritropoiesi rappresentano una importante opzione di trattamento per i pazienti affetti da determinati tipi di anemia, come l'anemia da chemioterapia e da malattia renale cronica.
Senza i farmaci stimolanti l'eritropiesi, i pazienti affetti da determinati tipi di anemia potrebbero presentare la necessità di trasfusioni periodiche per conservare i globuli rossi a concentrazioni necessarie per mantenere i normali livelli di ossigeno in tutto il corpo. ( Xagena_2017 )

Fonte: Janssen, 2017

Xagena_Medicina_2017