Mielofibrosi: Momelotinib ha prodotto sopravvivenza a lungo termine e risposta sostenuta


Una nuova analisi dei dati in esteso degli studi SIMPLIFY-1 e SIMPLIFY-2 su un totale di 550 pazienti con mielofibrosi trattati con Momelotinib ha evidenziato una consistente sopravvivenza a lungo termine e una risposta sostenuta indotta dal trattamento.

Momelotinib è un inibitore di JAK1, JAK2 e ACVR1 dotato di un’attività clinica diretta contro le tre caratteristiche distintive della mielofibrosi, anemia, sintomi costituzionali e splenomegalia, dimostrata nei pazienti a rischio intermedio-alto indipendentemente se naïve agli inibitori di JAK o precedentemente trattati con inibitori di JAK negli studi clinici di fase 3 SIMPLIFY-1 e -2.

Lo studio SIMPLIFY-1 è stato condotto su 432 pazienti con mielofibrosi naïve ai JAK-inibitori trattati in un rapporto 1:1, in doppio cieco, con Momelotinib o Ruxolitinib ( Jakavi ) per un periodo di 24 settimane.

Lo studio SIMPLIFY-2 è stato condotto su 156 pazienti con mielofibrosi che avevano manifestato tossicità ematologica durante la precedente terapia con Ruxolitinib, trattati in aperto, in un rapporto 2: 1 con Momelotinib o la migliore terapia disponibile ( BAT; consistente in Ruxolitinib nell'88% dei pazienti ) per 24 settimane.

In entrambi gli studi, dopo il periodo di trattamento randomizzato di 24 settimane, i pazienti originariamente trattati con Momelotinib potevano continuare la terapia con lo stesso farmaco e quelli assegnati a Ruxolitinib o alla BAT potevano effettuare il cross-over a Momelotinib per un trattamento prolungato aggiuntivo.

Il tasso di risposta splenica era l'endpoint primario in entrambi gli studi.

Inoltre, la sopravvivenza globale ( OS ) e la sopravvivenza libera da leucemia ( LFS ) sono state valutate per un massimo di circa 5 anni, con una mediana di 2.9 anni in SIMPLIFY-1 e 2.3 anni in SIMPLIFY-2.

Dopo la partecipazione ai due studi, i pazienti potevano a continuare la terapia con Momelotinib entrando in un protocollo di accesso esteso.
La durata dell'esposizione al farmaco ha incorporato i dati del protocollo di accesso esteso, ma le analisi di sopravvivenza globale e di sopravvivenza senza leucemia è riferita solo ai dati ottenuti all'interno degli studi SIMPLIFY-1 e -2.

Nel SIMPLIFY-2, la sopravvivenza mediana globale è stata pari a 34.3 mesi per i pazienti originariamente assegnati a Momelotinib e a 37.5 mesi ( hazard ratio, HR=0.96; P = 0.86 ) per quelli assegnati a Ruxolitinib / BAT che successivamente sono passati al farmaco sperimentale.
I migliori dati di sopravvivenza globale si sono osservati nei pazienti che avevano ricevuto in precedenza Ruxolitinib, e la sopravvivenza mediana globale è stata pari a 77.5 mesi per i pazienti che sono passati al trattamento con Momelotinib.

Nel SIMPLIFY-1, la sopravvivenza mediana globale non è stata raggiunta per i pazienti inizialmente trattati con Momelotinib, mentre è risultata pari a 53.1 mesi nei pazienti con cross-over da Ruxolitinib / BAT a Momelotinib ( HR=0.99; P = 0.97 ).

Complessivamente, il 40% dei pazienti trattati con Momelotinib nello studio SIMPLIFY-1 ha ottenuto una risposta splenica in qualsiasi momento durante lo studio.
Una durata sostenuta della risposta splenica è stata osservata nel periodo di estensione di entrambi gli studi.

Dall’analisi dei dati dei due studi è emerso il raggiungimento e il mantenimento di una indipendenza dalle emotrasfusioni, che rappresenta un sostanziale beneficio clinico alla luce della progressiva mielosoppressione associata alla mielofibrosi.
Momelotinib ha prodotto un’indipendenza trasfusionale rilevante in entrambi gli studi.
Nella fase randomizzata dei due studi, la quota di pazienti che hanno raggiunto l’indipendenza trasfusionale alla settimana 24 ( definita come la non-necessità di trasfusioni di eritrociti e livelli di emoglobina non-inferiori a 8 g/dl nelle 12 settimane precedenti) è risultata superiore nel braccio Momelotinib rispetto al braccio controllo.
La percentuale di pazienti che hanno raggiunto l’indipendenza trasfusionale alla settimana 24 è stata pari al 67% con Momelotinib versus 49% con Ruxolitinib nello studio SIMPLIFY-1 ( P inferiore a 0.001 ) e 43% con Momelotinib vs 21% con Ruxolitinib / BAT nello studio SIMPLIFY-2 ( P = 0.001 ).

Nello studio SIMPLIFY-1, per i pazienti che hanno proseguito nella fase di estensione la terapia con Momelotinib, il tasso di assenza di trasfusioni alla settimana 48 è risultato pari a circa il 75% e del 67% per quelli che sono passati da Ruxolitinib a Momelotinib.
Allo stesso modo, nello studio SIMPLIFY-2, i soggetti sottoposti al trattamento esteso con Momelotinib quelli indipendenti dalle trasfusioni di eritrociti è risultato pari a circa il 55%, a fronte del 40% per quelli passati da Ruxolitinib / BAT a Momelotinib.

Dall'analisi degli studi SIMPLIFY-1 e -2, che ha coinvolto 550 pazienti affetti da mielofibrosi naïve agli inibitori di JAK o già trattati con questi farmaci che hanno ricevuto Momelotinib sia nella fase randomizzata sia nell’estensione del trattamento, è emersa una sopravvivenza a lungo termine robusta, un'efficienza sostenuta e duratura della nuova terapia. ( Xagena_2020 )

Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Annual Meeting, 2020

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