Tolleranza immunologica nei pazienti con emofilia A e inibitori indotta da Fattore VIII ricombinante: studio IN FACT


A Kyoto, nell’ambito del XIII ISTH Congress, sono stati presentati i risultati dello studio IN FACT ( Immune Tolerance INduction in hemophilia A patients with inhibitors by high-dose treatment with recombinant FACTor VIII – a retrospective non-interventional study ), uno studio retrospettivo, non interventistico, sull’immunotolleranza condotta con Fattore VIII ricombinante nei pazienti con emofilia A e inibitori.

La terapia di induzione della tolleranza immunologica o immunotolleranza, è un metodo per tentare di ridurre o eliminare gli inibitori, anticorpi che si sviluppano contro il fattore VIII durante la terapia di sostituzione, e viene condotta, somministrando al paziente alte dosi del Fattore contro il quale l’inibitore è diretto. Al momento è l’unica via consolidata in grado di prevalere sugli inibitori del FVIII, anche se il suo tasso di successo è del 65-80%.

In questo studio, è stato valutato l'uso di prodotti a base di Fattore VIII ricombinante formulato con saccarosio ( rFVIII-FS ), a intera lunghezza,( Kogenate FS; Helixate ) nella immunotolleranza.

Sono stati considerati eleggibili per la valutazione retrospettiva dei dati, tutti quei pazienti ( di età inferiore a 8 anni all’inizio della terapia di induzione ) con emofilia A grave e un picco di inibitore superiore a 5 Unità Bethesda ( UB ), che erano stati sottoposti a induzione della tolleranza immunologica con qualsiasi dosaggio di rFVIII-FS per 9 mesi o più, o finchè non fosse stato raggiunto il successo terapeutico.
L’immunotolleranza veniva giudicata conclusa con successo quando si otteneva o un test negativo per l’inibitore ( inferiore a 0.6 UB ), o un recupero di FVIII pari o superiore al 66% del previsto e un’emivita di FVIII uguale o superiore a 6 ore.

Su 51 pazienti arruolati, 32 soddisfacevano i criteri di inclusione e sono quindi entrati nell’analisi. Di questi 21 erano stati sottoposti ad immunotolleranza con alte dosi [ maggiori o uguali a 85 UI/kg/die ] di FVIII, mentre 11 avevano seguito uno schema a basse dosi [ minori di 85 UI/kg/die ].

La terapia di induzione immunologica è stata completata dopo un periodo mediano di 1.8 anni ( range: 0.1-4.5 anni ) e ha avuto successo nel 69% dei pazienti ( 22 su 32 ), dopo un periodo mediano di 1.4 anni ( range: 0.1-3.6 anni ). Il rate di successo per alte e basse dosi è stato rispettivamente di 67% [ 14 su 21 ] e 73% [ 8 su 11 ].

I più alti tassi di successo della terapia di induzione immunologica sono stati riscontrati nei pazienti trattati entro un anno dal rilevamento degli inibitori ( 79% ) e nei pazienti con un titolo di inibitore, all’inizio della terapia, superiore a 5 e inferiore a 10 UB ( 93% ).

Il tasso di successo è stato del 25% ( 1 su 4 ) quando il picco di concentrazione prima dell’inizio della terapia di induzione immunologica è risultato superiore a 100 UB.

Tutti e 22 i pazienti per i quali la terapia di induzione immunologica aveva avuto successo hanno iniziato la profilassi con rFVIII-FS, senza la comparsa di recidiva di inibitori dalla fine della terapia di induzione fino all’arruolamento nello studio.

In 23 pazienti su 32, si sono verificati un totale 72 eventi avversi correlati al trattamento; nessun paziente ha interrotto lo studio a causa degli eventi avversi. Solo un evento avverso ( diarrea ) è stato ritenuto associato al farmaco.

In conclusione, rFVIII-FS, impiegato nella terapia di induzione immunologica, si è rivelato efficace e ben tollerato, con percentuali di successo simili a quelle presenti in altri studi pubblicati. ( Xagena_2011 )

Fonte: Abstract 00799 - Rivard GE et al, International Society of Thrombosis and Haemostasis ( ISTH ) Congress, 2011



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