Terapia CAR-T nella leucemia linfoblastica acuta: profilassi della sindrome da rilascio di citochine con Tocilizumab


Uno studio prospettico ha evidenziato che nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica che devono sottoporsi alla terapia CAR-T, la profilassi della sindrome da rilascio di citochine ( CRS ) con Tocilizumab ( RoActemra ), adattata in base al rischio, è fattibile ed efficace nel ridurre l'incidenza della forma grave della sindrome CRS, senza influenzare l’efficacia della terapia con cellule CAR-T.

L'impiego profilattico di Tocilizumab ha ridotto l'incidenza della sindrome CRS di grado 4 al 27% nei pazienti che avevano un carico tumorale elevato al basale ( 40% o più blasti tumorali nel midollo osseo ), contro il 50% registrato in uno studio precedente di fase 1 su pazienti trattati con Tisagenlecleucel ( Kymriah ), una terapia CAR-T, mentre l'incidenza è stata del 3.6% nei pazienti con basso carico tumorale, che sono stati trattati con cellule CAR-T senza profilassi con Tocilizumab.

Riguardo all’efficacia, il miglior tasso di risposta complessiva è stato dell'87% nella coorte con alto carico tumorale e del 100% nei pazienti con basso carico tumorale al basale.

Il trattamento con CAR-T diretto contro l’antigene CD19 ha contribuito a trasformare la terapia per le neoplasie delle cellule B recidivanti / refrattarie, migliorando la sopravvivenza di molti pazienti.
Tuttavia, questa modalità di trattamento comporta un rischio di tossicità potenzialmente letale, la più comune è rappresentata dalla sindrome da rilascio di citochine.

In uno studio internazionale di fase 2 riguardante Tisagenlecleucel ( Kymriah ), tre quarti dei pazienti hanno sviluppato sindrome CRS ( a vari gradi ), e quasi la metà ha richiesto il ricovero in terapia intensiva per la gestione di questa complicanza.

Un carico tumorale elevato al basale è il principale fattore di rischio di sviluppo di sindrome CRS grave.
È dimostrato da tempo che l'interleuchina-6 (IL-6 ) svolge un ruolo di primo piano nell’insorgenza della sindrome da rilascio di citochine, e che l'anticorpo anti IL-6 Tocilizumab può indurre un rapido arresto della sindrome CRS.

Un totale di 70 bambini e giovani adulti con leucemia linfoblastica acuta a cellule B recidivante / refrattaria, trattati con Tisagenlecleucel, sono stati valutati.

I pazienti con un carico tumorale elevato al basale sono stati sottoposti a una singola infusione di Tocilizumab all’esordio di una febbre alta e persistente ( maggiore o uguale a 38.5 °C su due misurazioni ad almeno 4 ore di distanza ), mentre i pazienti con basso carico tumorale che hanno sviluppato una sindrome CRS clinica sono stati gestiti secondo il protocollo standard all’esordio della stessa.

L'endpoint primario dello studio era l'incidenza di sindrome da rilascio di citochine di grado 4, determinata secondo la scala della University of Pennsylvania.

Dei 70 pazienti analizzati, 15 avevano un carico tumorale elevato e 55 un basso carico tumorale.

Il follow-up mediano è stato di 24 mesi.

Il risultato dello studio era considerato clinicamente significativo se la sindrome CRS di grado 4 si verificava in non più di 5 pazienti con elevato carico tumorale.

Sono stati anche confrontati i risultati con quelli dei pazienti con elevato carico tumorale nello studio iniziale di fase 1 condotto con Tisagenlecleucel, nel quale l’incidenza della sindrome CRS di grado 4 è risultata del 50%, e in tutti i pazienti in cui la sindrome CRS è stata gestita in modo standard.

Tutti e 15 i pazienti con alto carico tumorale hanno sviluppato sindrome CRS ( tempo mediano di insorgenza: 2 giorni ) e sono stati trattati con Tocilizumab.
In 4 pazienti la sindrome CRS si è aggravata fino al grado 4. Un paziente è morto per emorragia cerebrale nel contesto di una coagulopatia e con una sindrome CRS di grado 4 che si stava risolvendo.

Nel gruppo con basso carico tumorale, 37 pazienti ( 67% ) hanno sviluppato sindrome CRS, che è arrivata fino al grado 4 in 2 persone.
Tre pazienti sono stati successivamente trattati con Tocilizumab una mediana di 2.2 giorni dopo l'esordio della sindrome CRS.

Il trattamento con Tisagenlecleucel ha prodotto a una risposta completa ( CR ) o una risposta completa con recupero incompleto della conta ematica ( CRi ) in 68 pazienti su 70, di cui 13 di 15 con carico tumorale elevato e 55 con basso carico tumorale.

Nel gruppo con carico tumorale elevato, la probabilità di mantenere la risposta a 12 e a 24 mesi è stata, rispettivamente, del 49% e del 39%.
Due pazienti hanno ricevuto una terapia antitumorale aggiuntiva e in 9 di 13 pazienti che hanno risposto si è osservata una ricaduta morfologica.
La sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) è risultata del 42% a 12 mesi e del 34% a 24 mesi, mentre la sopravvivenza globale ( OS ) a 12 mesi è risultata del 67% e quella a 24 mesi del 60%.

Nel gruppo con basso carico tumorale, la probabilità di mantenere la risposta a 12 mesi e a 24 mesi è stata, rispettivamente, dell'86% e del 78%.
Dieci pazienti hanno presentato una ricaduta morfologica, 7 hanno ricevuto un'ulteriore terapia antitumorale e 6 sono stati sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali.
La sopravvivenza senza eventi a 12 mesi è risultata dell'86% e quella a 24 mesi del 78%, mentre la sopravvivenza globale a 12 e a 24 mesi è stata, rispettivamente, pari al 96% e al 92%. ( Xagena_2021 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2021

Xagena_Medicina_2021