Linfoma diffuso a grandi cellule B: Polatuzumab vedotin per i pazienti adulti non-candidabili a trapianto


Polatuzumab vedotin ( Polivy ), in associazione a Bendamustina e Rituximab, trova indicazione nel trattamento dei pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivante o refrattario, non-candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

I linfomi non-Hodgkin ( NHL ) sono un gruppo eterogeneo di neoplasie linfoproliferative, che hanno origine dal sistema emolinfopoietico.
Il linfoma diffuso a grandi cellule B è il sottotipo istologico più comune di linfoma NHL, responsabile a livello mondiale del 30-48% di tutti i casi di linfoma NHL e del 60% dei linfomi aggressivi.
Il linfoma DLBCL in genere si manifesta in persone di età superiore ai 60 anni, l'incidenza aumenta con l'età e l'età mediana alla diagnosi è compresa tra 64 e 74 anni. In Italia, si stima un’incidenza annua di circa 5mila nuovi casi linfoma DLBCL.

I pazienti affetti da questa tipologia di linfoma presentano una prognosi infausta, sia nel caso in cui non vi sia mai stata una risposta alla terapia ( malattia refrattaria ), sia nel caso in cui vi sia stata una ricaduta ( malattia recidivata ).
La terapia standard di prima linea per i pazienti non-ad-alto rischio, il regime immuno-chemioterapico R-CHOP ( Rituximab in associazione a Ciclofosfamide, Adriamicina, Vincristina e Prednisone ), è in grado di curare circa i 2/3 dei pazienti trattati.
Dopo il fallimento della terapia di prima linea, per i pazienti in seconda linea che non sono eleggibili al trapianto di cellule staminali autologhe a causa dell'età, delle co-morbilità o della chemio-refrattarietà e per tutti i pazienti oltre la seconda linea, l’approccio terapeutico è prevalentemente di tipo contenitivo. Per questi pazienti gli esiti clinici sono sfavorevoli, con una sopravvivenza globale ( OS ) mediana di circa 6 mesi. Inoltre, i pazienti primariamente refrattari che progrediscono durante la terapia di prima linea, ottengono risultati molto scarsi anche dopo aver ricevuto un ulteriore trattamento seguito da un trapianto autologo, con un tasso di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) a 3 anni del 17%.

L’efficacia di Polatuzumab vedotin in combinazione con Bendamustina e Rituximab nei pazienti con linfoma DLBCL non-candidabili al trapianto con cellule staminali è stata dimostrata nello studio di fase Ib/II GO29365, una sperimentazione internazionale e multicentrica volta a valutare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità dell’associazione.
E' stata osservata una riduzione del rischio di morte del 58% nei pazienti trattati con Polatuzumab vedotin in associazione a Bendamustina e Rituximab rispetto al trattamento con Bendamustina e Rituximab ( regime BR ) e una sopravvivenza globale mediana oltre 2.5 volte superiore ( 12.4 mesi per la combinazione rispetto ai 4.7 mesi dei pazienti trattati solo con regime BR ).

I dati della coorte di estensione composta da ulteriori 106 pazienti trattati con Polatuzumab vedotin in combinazione al regime BR, hanno rafforzato il profilo di efficacia e sicurezza della terapia in una popolazione più ampia di pazienti, dimostrando un maggior beneficio nella seconda linea di trattamento, una sopravvivenza globale mediana di 18.4 mesi, una sopravvivenza mediana libera da progressione di 11.5 mesi.

Nel corso del Congresso dell’American Society of Hematology ( ASH ) sono stati presentati i risultati dello studio di fase 3 POLARIX, che ha messo a confronto Polatuzumab vedotin in combinazione con Rituximab più Ciclofosfamide, Doxorubicina e Prednisone ( R-CHP ) rispetto all’attuale standard di cura della prima linea, che prevede la combinazione di Rituximab più Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina e Prednisone ( R-CHOP ).
Polatuzumab vedotin, in combinazione con il regime chemioterapico R-CHP, ha rappresentato il primo trattamento che in 20 anni ha portato a un beneficio clinico significativo con una riduzione del rischio di progressione della patologia o morte del 27%, in pazienti con un rischio intermedio e alto in prima linea.
Il profilo di sicurezza della combinazione Pola-R-CHP è risultato in linea con quello del regime R-CHOP.

Polatuzumab vedotin è un anticorpo farmaco-coniugato ( ADC ) anti-CD79b, capostipite della sua classe. La proteina CD79b è espressa specificamente nella maggior parte delle cellule B, una cellula immunitaria da cui originano alcuni tipi di linfoma non-Hodgkin, e questo la rende un target promettente per lo sviluppo di nuove terapie.
Polatuzumab vedotin si lega a CD79b e distrugge queste cellule B tramite la somministrazione mirata di un agente antitumorale, minimizzando così gli effetti sulle cellule normali. ( Xagena_2022 )

Fonte: Roche, 2022

Xagena_Medicina_2022