Leucemia linfatica cronica non-trattata in precedenza: efficacia e risposte durevoli dal trattamento a durata fissa Ibrutinib più Venetoclax rispetto a Clorambucile più Obinutuzumab


Sono stati presentati i nuovi dati a 4 anni di follow-up dello studio di fase 3 GLOW, che hanno dimostrato che il trattamento a durata fissa con Ibrutinib ( Imbruvica ) più Venetoclax ( Venclyxto ) ( I+V ) è in grado di ridurre il rischio di progressione della malattia o morte fino al 79%, rispetto al trattamento con Clorambucile più Obinutuzumab ( Clb+O ), nei pazienti anziani o classificati unfit con leucemia linfatica cronica ( LLC ) precedentemente non trattati.

Lo studio ha mostrato una significativa efficacia della terapia a durata fissa con Ibrutinib più Venetoclax nei pazienti anziani o unfit con leucemia linfatica cronica non precedentemente trattati, con un beneficio superiore e durevole in termini di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nei 4 anni di follow-up.
Il 75% dei pazienti trattati con la combinazione sono risultati vivi e senza progressione della malattia dopo 3.5 anni.
Il trattamento Ibrutinib più Venetoclax ha anche dimostrato un vantaggio nella sopravvivenza complessiva ( OS ) rispetto al trattamento Clorambucile + Obinutuzumab.
Analisi esplorative dei dati hanno mostrato che i tassi di sopravvivenza libera da progressione dopo il trattamento sono stati più alti per il trattamento con Ibrutinib più Venetoclax ( n=106 ) rispetto a Clorambucile + Obinutuzumab ( n=105 ), indipendentemente dallo stato di malattia minima residua ( MRD ) dopo il trattamento.

Studio GLOW

Con una mediana di 46 mesi di follow-up, il trattamento Ibrutinib più Venetoclax ha ridotto il rischio di progressione della malattia o morte fino al 79% rispetto a Clorambucile + Obinutuzumab ( Hazard Ratio [ HR ] 0.214; [ Intervallo di Confidenza [ IC ] 95%, 0.138 – 0.334 ]; p inferiore a 0.0001 ).
Ibrutinib più Venetoclax è la prima combinazione a durata fissa che ha dimostrato un vantaggio in termini di sopravvivenza globale rispetto a quella a base di Clorambucile + Obinutuzumab nel trattamento in prima linea della leucemia linfatica cronica ( HR 0.487; [ IC 95%, 0.262 - 0.907 ]; p=0.0205 ).

Il 74.6% di pazienti anziani o con comorbidità precedentemente non-trattati erano vivi e senza progressioni della malattia a 3.5 anni dal trattamento con Ibrutinib più Venetoclax rispetto al 24.8% di quelli della coorte trattata con Clorambucile + Obinutuzumab.

Il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 3.5 anni è stato più alto per i pazienti del braccio Ibrutinib più Venetoclax rispetto a quello Clorambucile + Obinutuzumab in caso di mutazione o meno del gene IGHV ( mIGHV o uIGHV ).

I tassi di sopravvivenza libera da progressione raggiunti nel braccio Ibrutinib più Venetoclax, rispetto a quello Clorambucile + Obinutuzumab sono risultati indipendenti dallo stato di malattia minima residua raggiunto ( MRD inferiore a 10-4 versus superiore o uguale a 10-4 ), misurato a 3 mesi dopo la fine del trattamento.

Due anni dopo la fine del trattamento, il tasso di sopravvivenza PFS stimato era pari al 90% per i pazienti con leucemia linfatica cronica mIGHV, indipendentemente dallo stato della malattia MRD e del 67% per i pazienti con leucemia linfatica cronica uIGHV che avevano raggiunto la uMRD.

uIGHV risulta un fattore prognostico e predittivo associato a una leucemia linfatica cronica ad alto rischio che può aiutare a predire gli outcome della malattia e a informare sulle scelte terapeutiche.

I dati più recenti hanno mostrato un profilo di sicurezza del regime Ibrutinib più Venetoclax in linea con i profili di sicurezza di Ibrutinib e Venetoclax. ( Xagena_2022 )

Fonte: ASH ( American Society of Hematology ) Annual Meeting, 2022

Xagena_Medicina_2022