Linfoma: rischio, risposta alla terapia e sopravvivenza in un Centro trapianti dopo trapianto di organo solido


Uno studio, compiuto da Ricercatori dell’University of Michigan Medical School, a Ann Arbor ( Stati Uniti ), ha valutato l’incidenza, i fattori di rischio e gli esiti di disordini linfoproliferativi post-trapianto.

Sono stati identificati 7.040 pazienti sottoposti a trapianto di organo solido e a terapia di immunosoppressione post-trapianto.

In totale, 78 pazienti hanno sviluppato disordini linfoproliferativi post-trapianto.

Linfoma diffuso a grandi cellule B ( n=43 ), disordini linfoproliferativi post-trapianto polimorfici ( n=10 ), linfoma di Hodgkin ( n=7 ), linfoma di Burkitt ( n=6 ), plasmacitoma ( n=5 ) e linfoma del tessuto linfoide associato alla mucosa ( MALToma ) ( n=3 ) sono tutti risultati sovra-rappresentati nella popolazione sottoposta a trapianto di organo solido rispetto a un campione di popolazione del database Surveillance, Epidemiology and End Results ( SEER ); il linfoma follicolare è risultato sotto-rappresentato ( n=0 ).

Una sierologia negativa per il virus di Epstein-Barr ( EBV ) prima del trapianto è risultata essere un fattore di rischio per i disordini linfoproliferativi post-trapianto.

Le analisi istologiche disponibili dei tumori hanno mostrato che il 75% era CD20+ e il 62% EBV+; i tumori EBV-positivi si sono sviluppati dopo il trapianto, in anticipo rispetto a quelli EBV-negativi ( media 29 vs 66 mesi ).

Malattia extralinfatica ( 79% ), non-buono performance status ( 68% ), elevato livello di lattato deidrogenasi ( LDH; 71% ) e malattia in fase avanzata ( 68% ) sono risultati comuni al momento della diagnosi di linfoma.

Due terzi dei pazienti hanno mostrato risposta completa quando trattati con Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina e chemioterapia simil-Prednisone ( con o senza Rituximab ).

La sopravvivenza generale mediana in tutti i pazienti con disordini linfoproliferativi post-trapianto è stata di 8.23 anni.

In conclusione, i pazienti naïve per infezione da virus EBV, sottoposti a trapianto d’organo da un donatore con infezione da EBV, presentano il maggior rischio di sviluppare disordini linfoproliferativi post-trapianto.
La maggior parte di questi linfomi sono CD20-positivi; il linfoma follicolare non è comune.
Con il trattamento la sopravvivenza dei pazienti con disordini linfoproliferativi post-trapianto non è risultata distinguibile da quella del campione di popolazione dal database SEER. ( Xagena_2009 )

Knight JS et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3354-3362



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