Resistenza ad Acido Acetilsalicilico attenuata dal controllo glicemico


La resistenza all'Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) tra i pazienti con diabete mellito di tipo 2 può essere attenuata da una terapia aggressiva ipoglicemizzante.

Dopo 3 mesi di terapia, gli uomini che sono risultati resistenti all'Aspirina hanno presentato un significativo aumento del tempo di coagulazione al test PFA-100 da 150 secondi a più di 200 secondi ( P=0.028 ).

Le terapie ipoglicemizzanti non hanno, tuttavia, modificato la condizione negli uomini che erano sensibili all'Aspirina al basale.

La terapia con Acido Acetilsalicilico è associata a una riduzione del 25% di eventi cardiaci, ma il beneficio cardiovascolare di questo antiaggregante piastrinico nei pazienti diabetici con rischio cardiovascolare sembra essere inferiore.

Diversi meccanismi di azione possono essere alla base degli effetti ridotti dell'Aspirina nel diabete mellito di tipo 2.
Il ruolo del controllo glicemico sulla sensibilità delle piastrine all'Aspirina è stato poco studiato.

Studi in vitro con Acido Acetilsalicilico in soggetti sani hanno mostrato che la resistenza all'Aspirina potrebbe essere correlata all'aumento dello stress ossidativo indotto dal glucosio.

Questa teoria è stata verificata su 37 uomini con diagnosi di diabete mellito di tipo 2 e con livello di emoglobina glicosilata ( HbA1c ) di 7.5% o superiore durante la terapia con Metformina, con o senza altri farmaci per via orale.

Gli uomini, che hanno preso parte allo studio, avevano circa 61 anni di età e un indice di massa corporea ( BMI ) di 29.6 kg/m2; il valore medio di HbA1c al basale era 8.9%.

I pazienti sono stati sottoposti a 3 mesi di trattamento intensivo di abbassamento glicemico, ricorrendo anche all’Insulina in caso necessità.

E’ stato poi effettuato il test per determinare la sensibilità all'Acido Acetilsalicilico.

Al basale, 27 uomini sono stati considerati sensibili all'Aspirina e 10 uomini ( 27% ) sono stati considerati resistenti all'Aspirina.

Gli uomini resistenti all'Aspirina avevano livello doppio di trombossano rispetto a quelli che erano sensibili all’Aspirina. Inoltre, in questa coorte tutti avevano biomarcatori di infiammazione.

Gli uomini resistenti all’Aspirina al basale avevano livelli significativamente più alti di colesterolo totale ( P=0.009 ), colesterolo LDL ( P=0.050 ), colesterolo non HDL ( P=0.011 ) e APO-B100 ( P=0.009 ), rispetto agli uomini sensibili all’Aspirina.

I pazienti sono stati trattati con Metformina, Insulina, sulfoniluree e inibitori della dipeptidil peptidasi 4 ( DPP-4 ), per l’ottenimento del controllo glicemico.

Gli uomini resistenti all’Aspirina hanno presentato riduzione del valore di HbA1c del 1.6% ( P minore di 0.0001 ), della glicemia a digiuno di 47 mg/dl ( P minore di 0.001 ), della glicemia post-prandiale di 38 mg/dl ( P=0.009 ), e anche dei livelli di diverse citochine associate con l'infiammazione.

È stato dimostrato che un programma di intervento di 3 mesi volto a migliorare il controllo della glicemia ha migliorato la sensibilità all'Aspirina in pazienti resistenti.

Lo studio ha mostrato anche che in presenza di resistenza all'Aspirina, esiste una forte correlazione tra grado di insensibilità piastrinica all'Aspirina e marcatori di controllo glicemico. ( Xagena_2012 )

Fonte: European Association for the Study of Diabetes ( EASD ) Meeting, 2012

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