Donne in età fertile: trattamento farmacologico dell’epilessia


Nelle donne, lo stato epilettico influenza il ciclo mestruale, la fertilità, la gravidanza e la salute dell’osso. La frequenza delle crisi convulsive varia nel corso del ciclo mestruale. Nei cicli ovulatori possono essere riscontrati due picchi in prossimità del momento dell’ovulazione e pochi giorni prima delle mestruazioni. Nei cicli anovulatori, nella seconda metà del ciclo mestruale si assiste ad un aumento delle crisi convulsive.

La terapia con l’anticonvulsivante Valproato ( Acido Valproico; Depakin ) è associata a un aumento delle ovaie policistiche e a iperandrogenismo.

I farmaci antiepilettici non-inducenti l’enzima [ Valproato, benzodiazepine, Etosuccimide ( Zarontin ), Levetiracetam ( Keppra ), Tiagabina ( Gabitril ) e Zonisamide ( Zonegran ) ] non mostrano alcuna interazione con i contraccettivi orali combinati.
Esistono, invece, interazioni tra i contraccettivi orali combinati e i farmaci antiepilettici inducenti gli enzimi microsomiali epatici [ Fenitoina ( Dintoina ), barbiturici, Carbamazepina ( Tegretol ), Topiramato ( Topamax ) a dosaggi maggiori di 200 mg/die, Oxcarbazepina ( Tolep ) ] e Lamotrigina ( Lamictal ).

Per tutte le donne con epilessia intenzionate ad avere un figlio dovrebbe essere disponibile un counselling pre-concepimento.
Nel corso della gravidanza, è opportuno impiegare la più bassa dose efficace del più appropriato farmaco antiepilettico, possibilmente somministrato in monoterapia.
Dall’esame di database è emerso che il Valproato appare essere significativamente più teratogeno rispetto alla Carbamazepina, e la combinazione tra Valproato e Lamotrigina è particolarmente teratogena.
La maggior parte delle gravidanze nelle donne con epilessia sono senza complicanze, e la maggior parte dei neonati sono partoriti sani con nessun aumentato rischio di complicanze ostetriche.

Non c’è nessuna ragione medica affinché una donna con epilessia non possa allattare il proprio figlio. Le concentrazioni dei farmaci antiepilettici nel latte materno seguono la curva di concentrazione plasmatica. La quantità totale di farmaco trasferita ai neonati con il latte materno è generalmente molto più piccola rispetto alla quantità trasferita attraverso la placenta durante la gravidanza. Tuttavia, poiché i meccanismi di eliminazione del farmaco non sono interamente sviluppati nella prima infanzia, ripetute somministrazioni di un farmaco come Lamotrigina mediante il latte materno possono causare un accumulo nel neonato.

Studi hanno indicato che le donne affette da epilessia sono ad aumentato rischio di fratture, osteoporosi, e osteomalacia. Nessuno studio è stato avviato alla ricerca di terapie preventive per queste co-morbidità. ( Xagena_2009 )

Crawford PM, Drug Saf 2009; 32: 293-307



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