Linfoma mantellare: l’Fda ha concesso l’approvazione a Jaypirca a base di Pirtobrutinib, un inibitore BTK


L'Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ) ha concesso l’approvazione accelerata a Jaypirca, il cui principio attivo è Pirtobrutinib, un inibitore della tirosin chinasi di Bruton ( BTK ) di terza generazione, per il trattamento dei pazienti con linfoma mantellare ( anche noto come linfoma a cellule del mantello ) recidivati o refrattari dopo almeno due linee di terapia sistemica, fra cui un inibitore di BTK.
Le decisione dell’Agenzia si è basata sui assi di risposta al trattamento osservati nello studio di fase 1/2 BRUIN.
Il mantenimento dell’indicazione è subordinato alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico in uno studio di conferma.

Pirtobrutinib è un inibitore di BTK altamente selettivo che utilizza un nuovo meccanismo di legame ed è il primo e unico inibitore di BTK non-covalente ( reversibile ) approvato dalla FDA.
Pirtobrutinib può ristabilire l’inibizione di BTK nei pazienti con linfoma mantellare trattati in precedenza con un inibitore covalente di BTK ( Ibrutinib, Acalabrutinib o Zanubrutinib ), prolungando il tempo durante il quale i pazienti possono trarre beneficio dall’inibizione di BTK.

L’approvazione della FDA si è basata sui dati ottenuti in un sottogruppo di pazienti in BRUIN, uno studio di fase 1/2, multicentrico, internazionale, a braccio singolo, in aperto.
La valutazione dell’efficacia si è basata su 120 pazienti con linfoma mantellare precedentemente trattati con un inibitore di BTK.
Sono stati esclusi i pazienti con linfoma cerebrale attivo e quelli che erano stati sottoposti al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o a una terapia con cellule CAR-T nei 60 giorni precedenti l’arruolamento.

Pirtobrutinib è stato somministrato alla dose di 200 mg una volta al giorno fino a progressione della malattia o al manifestarsi di una tossicità inaccettabile.

I pazienti avevano già effettuato una mediana di tre precedenti linee di terapia ( intervallo: da 1 a 9 ), il 93% ne aveva già effettuate almeno due e tutti avevano ricevuto in precedenza una o più linee di terapia contenenti un inibitore covalente di BTK.
Gli inibitori di BTK impiegati, in precedenza, più frequentemente erano Ibrutinib ( 67% ), Acalabrutinib ( 30% ) e Zanubrutinib ( 8% ); inoltre, l’83% dei pazienti aveva interrotto l’ultimo inibitore di BTK perché divenuto refrattario o aveva avuto una progressione della malattia.
Le principali misure di efficacia erano il tasso di risposta globale ( ORR ) e la durata della risposta ( DoR ), valutati da un Comitato di revisione indipendente secondo i criteri di Lugano del 2014.

Il tasso di risposta globale è stato pari al 50% ( IC 95%: 41-59 ), con un tasso di risposta completa del 13%.
La mediana stimata della DoR è risultata di 8,3 mesi ( IC 95% 5,7-NE ), mentre il tasso di durata della risposta stimato a 6 mesi è stato del 65,3% ( IC 95%: 49,8-77,1 ).

Le reazioni avverse più comuni ( frequenza di almeno il 15% ) nei pazienti con linfoma mantellare sono state: affaticamento, dolore muscoloscheletrico, diarrea, edema, dispnea, polmonite ed ecchimosi.
Le alterazioni dei parametri di laboratorio di grado 3/4 riscontrate in almeno il 10% dei pazienti sono state: riduzioni della conta dei neutrofili, dei linfociti e delle piastrine. ( Xagena_2023 )

Fonte: FDA, 2023

Xagena_Medicina_2023