Il Peginterferone alfa-2a non rallenta il peggioramento dell’epatite C cronica


Lo studio HALT-C ha mostrato che l’Interferone pegilato non rallenta o previene la progressione dell’epatite C cronica e della malattia epatica avanzata nei pazienti, che non hanno risposto a precedenti trattamenti tesi a eradicare la malattia.

I pazienti nello studio, che erano stati trattati con Peginterferone alfa-2a ( Pegasys ), hanno presentato uan significativa riduzione dei livelli virali e dell’infiammazione epatica.
Tuttavia lo studio ha mostrato che il trattamento di lungo periodo con Peginterferone non previene il peggioramento della fibrosi epatica nei pazienti, che avevano fallito precedenti trattamenti.

Allo studio HALT-C hanno partecipato 1.050 pazienti con epatite C cronica.
Tutti i pazienti presentavano fibrosi epatica in fase avanzata.

Lo studio aveva come obiettivo quello di valutare se il trattamento di lungo periodo con Peginterferone alfa-2a fosse in grado di prevenire lo sviluppo di cirrosi, insufficienza epatica o tumore al fegato.

Parte dei partecipanti ( n=517 ) sono stati assegnati in modo casuale al trattamento con Peginterferone alfa-2a, una volta a settimana, per 3,5 anni.
I rimanenti pazienti ( n=533 ) hanno rappresentato il gruppo controllo.

L’endpoint era rappresentato da ascite, encefalopatia, cirrosi ( per coloro che non lo erano inizialmente ), tumore epatico, e morte, ed è stato raggiunto dal 34,1% dei pazienti nel gruppo Peginterferone alfa-2a e dal 33,8% nel gruppo controllo.

A 18 mesi il 17% dei pazienti nel gruppo Peginterferone alfa-2a ha interrotto il trattamento a causa degli effetti indesiderati, ed il 30% a 3.5 anni. ( Xagena_2007 )

Fonte: National Institutes of Health, 2007



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