Farmaci contro l'osteoporosi: Alendronato. Meccanismo d'azione


Da quanto emerge da studi su animali, l'AIendronato si localizza preferenzialmente nei siti dove si verifica il riassorbimento osseo, per azione degli osteoclasti, ed inibisce il riassorbimento osseo osteoclastico senza alcun effetto diretto sulla formazione ossea. Poichè riassorbimento e formazione del tessuto osseo sono associati, si verifica anche una riduzione della formazione ossea ma in misura ridotta rispetto al riassorbimento, il che porta ad un aumento della massa ossea. Con l'esposizione all'alendronato, questo viene incorporato nella matrice dell'osso normale neoformato, dove è farmacologicamente inattivo. L'osteoporosi è caratterizzata da riduzione della massa ossea e da un conseguente aumento del rischio di fratture, in genere della colonna
vertebrale, della regione dell'anca e del polso. L'osteoporosi è una patologia che colpisce sia gli uomini che le donne, ma si osserva più comunemente nelle donne dopo la menopausa, quando il turnover osseo aumenta e la velocità di riassorbimento osseo è superiore a quella di apposizione ossea; ciò porta ad una perdita di massa ossea, Dosi orali giornaliere di alendronato in donne in età postmenopausale hanno determinato variazioni biochimiche indicative di una inibizione dose dipendente del riassorbimento osseo; queste includono: riduzione dell'escrezione urinaria di calcio e dei markers urinari della degradazione del collagene proveniente dal tessuto osseo (quali l' idrossiprolina, la desossipiridinolina e gli N-telopeptidi del collagene di tipo I caratterizzati da legame crociato). Queste variazioni biochimiche sono ritornate verso i valori basali già entro 3 settimane dalla sospensione del farmaco, nonostante la prolungata ritenzione di alendronato a livello scheletrico. Negli studi a lungo termine (due o tre anni), l'alendronato al dosaggio di 10 mg/die ha ridotto l'escrezione urinaria dei markers del riassorbimento osseo, che comprendono la desossipiridinolina e gli N-telopeptidi del collagene di tipo I caratterizzati da legame crociato, di circa il 50-60%, raggiungendo livelli simili a quelli osservati in donne in età premenopausale sane. La velocità ridotta del riassorbimento osseo indicata da questi parametri è stata evidente già dopo un mese di trattamento e a tre-sei mesi ha raggiunto un plateau, che è stato mantenuto per tutto il periodo di trattamento con Alendronato. Inoltre, altri markers del turnover osseo, quali i livelli sierici di osteocalcina e di fosfatasi alcalina, si sono ridotti di circa il 50% e il 25-30% rispettivamente, raggiungendo un plateau al sesto dodicesimo mese. ( Xagena_2001 )