Pembrolizumab, un anticorpo anti PD-1 ad azione immunomodulante, nel trattamento del melanoma non-operabile o metastatico


Pembrolizumab ( Keytruda ) è un anticorpo anti PD-1, già approvato dall’FDA ( Food and Drug Administration ) per il trattamento dei pazienti con melanoma non-operabile o metastatico, già trattati con Ipilimumab ( Yervoy ) o anche con un BRAF inibitore, in presenza di una mutazione BRAF V600 positiva.

Pembrolizumab è in fase avanzata di sperimentazione in diversi studi clinici per il trattamento, in monoterapia e in combinazione, di oltre 30 tipi di tumori differenti, tra cui il cancro della vescica, cancro gastrico, tumore della testa e del collo, tumore polmonare non-a-piccole cellule, il carcinoma alla mammella triplo negativo e le neoplasie ematologiche.

La terapia con Pembrolizumab ha l’obiettivo di ripristinare la naturale capacità del sistema immunitario di riconoscere e colpire le cellule tumorali mediante il blocco selettivo del legame del recettore PD-1 con i suoi ligandi ( PD-L1 e PD-L2 ).

Di particolare significato è che Pembrolizumab stia dimostrando la propria efficacia anche nel melanoma, uno tra i più temibili tumori della pelle.

Studio KEYNOTE-002

KEYNOTE-002 è uno studio clinico registrativo randomizzato di fase 2 ( n=540 ) per la valutazione di Pembrolizumab ai dosaggi di 2 mg/kg ogni 3 settimane ( n=180 ) e di 10mg/kg ogni 3 settimane ( n=181 ) rispetto al trattamento chemioterapico stabilito dallo sperimentatore ( n=179 ) ( Paclitaxel più Carboplatino, Paclitaxel, Carboplatino, Dacarbazina o Temozolomide ) nei pazienti con melanoma avanzato refrattario a Ipilimumab.

Nel corso dello studio clinico, l'83% dei pazienti presentava la fase più avanzata della malattia ( M1c ) e il 73% aveva già ricevuto almeno due terapie sistemiche con Ipilimumab.

I co-endpoint primari erano la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e la sopravvivenza globale ( OS ), mentre gli endpoint secondari erano la percentuale di risposta complessiva ( ORR ), la durata della risposta e la sicurezza, con la qualità della vita correlata alla salute ( HRQoL ) come endpoint esplorativo predeterminato.

La risposta tumorale è stata valutata alla settimana 12, poi ogni 6 settimane fino alla settimana 48, e poi ogni 12 settimane successive con valutazione mediante revisione indipendente, centralizzata e radiografica in cieco in base ai criteri RECIST versione 1.1.
I pazienti con malattia progressiva, con valutazione tramite revisione centralizzata in cieco, sottoposti a chemioterapia sono passati al gruppo trattato con Pembrolizumab dopo 3 mesi.

A 6 mesi, le percentuali della sopravvivenza libera da progressione per Pembrolizumab sono state del 34% per il dosaggio da 2 mg/kg e del 38% per il dosaggio da 10 mg/kg, rispetto al 16% della chemioterapia. ( Xagena_2014 )

Fonte: Merck, 2014

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