Trattamento della BPCO forma moderata-grave: Roflumilast


Roflumilast ( Daxas ) è un farmaco sperimentale contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) in grado di migliorare la funzionalità polmonare e di ridurre le esacerbazioni nei pazienti affetti da malattia polmonare cronica ostruttiva da moderata a grave.

BPCO

La BPCO è una malattia polmonare progressiva sottodiagnosticata, potenzialmente fatale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) prevede che la BPCO sarà la terza causa principale di morte entro il 2030.
L’OMS stima che 80 milioni di persone siano affette da BPCO nella forma moderata-grave.

La BPCO è caratterizzata da mancanza di respiro, tosse cronica e un’eccessiva produzione di muco. Occasionalmente si verificano casi di notevole peggioramento dei sintomi, denominati esacerbazione o crisi polmonare, che possono durare più settimane. La respirazione viene gravemente compromessa e i pazienti possono avere bisogno di ricovero ospedaliero. Le esacerbazioni sono eventi traumatizzanti, che comportano un maggiore stato d’ansia del paziente, un peggioramento dello stato di salute, un calo della funzionalità polmonare e un maggior rischio di morte.

Il fumo è uno dei fattori che contribuisce maggiormente all’instaurarsi della malattia nei Paesi occidentali, mentre l’inquinamento causato dai fuochi per cucinare e per il riscaldamento è un ulteriore fattore che contribuisce all’instaurarsi della malattia nei Paesi meno sviluppati. Anche inquinanti industriali e chimici possono provocare la BPCO.

L’infiammazione cronica dei polmoni svolge un ruolo fondamentale nella BPCO. I farmaci attualmente utilizzati per il trattamento di questa patologia curano principalmente i sintomi, invece della malattia di fondo. Il Roflumilast è un nuovo inibitore PDE-4, sviluppato specificamente per combattere l’infiammazione cronica associata alla BPCO.

Roflumilast

Le prove sperimentali di fase III controllate con placebo del Roflumilast hanno valutato il trattamento in due studi su 12 mesi e in due studi su 6 mesi, ed hanno coinvolto quasi 4.500 pazienti.

I due studi della durata di 1 anno hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante delle esacerbazioni ( crisi respiratorie che devono essere trattate con steroidi sistemici o che comportano il ricovero ) con Roflumilast, anche nei pazienti che stavano assumendo contemporaneamente broncodilatatori a lunga durata d’azione ( LABA ).
E’ stata osservata una riduzione del 17% delle esacerbazioni moderate o gravi per paziente all’anno ( incidenza di 1.14 eventi all’anno con il Roflumilast contro 1.37 all’anno con il placebo, p<0.001 ). La riduzione delle esacerbazioni avveniva a prescindere dal trattamento concomitante con i beta-2 antagonisti a lunga durata d’azione, una terapia standard ad azione broncodilatatrice.

Quando Roflumilast è stato somministrato concomitantemente alle terapie standard broncodilatatrici nei due studi su 6 mesi, si è osservata una chiara tendenza alla riduzione delle esacerbazioni, ben oltre quanto non si fosse riusciti ad ottenere con le singole terapie.

Con il Roflumilast è stata, altresì, riscontrata una differenza statisticamente significativa per altri endpoint prespecificati, compreso il tempo medio alla prima esacerbazione ( moderata o grave nello studio con il Salmeterolo, e lieve, moderata e grave nello studio con il Tiotropio ) e, in entrambi gli studi, nella proporzione di pazienti che hanno subito un’esacerbazione lieve, moderata o grave.

La funzionalità polmonare, misurata come FEV1 ( volume d’aria che può essere esalato in un secondo ), rappresentava l’endpoint primario o coprimario in tutti e quattro gli studi. In tutti gli studi, il Roflumilast ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella FEV1 pre-broncodilatazione, dai 48 agli 80 ml ( p<0.001 ).

Nausea, diarrea e perdita di peso sono stati gli effetti collaterali più comuni riscontrati nei pazienti nelle quattro prove sperimentali, ma erano generalmente di intensità lieve o moderata, e normalmente si presentavano solo durante le prime settimane di trattamento. ( Xagena_2009 )

Fonte: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 2009



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