Profilo di sicurezza e tollerabilità di Elranatamab nel mieloma multiplo recidivato o refrattario


In una analisi dei dati aggregati degli studi di fase 1 MagnetisMM-1 e MagnetisMM-2, e degli studi di fase 2 MagnetisMM-3 e MagnetisMM-9, Elranatamab, un anticorpo bispecifico, ha prodotto risposte rapide, profonde e durature, nei pazienti con mieloma multiplo recidivato / refrattario già esposti a una terapia diretta contro l’antigene di maturazione delle cellule ( BCMA ).

Il profilo di sicurezza e tollerabilità di Elranatamab in questa analisi è risultato simile a quello riportato per i pazienti naïve-ai-trattamenti anti-BCMA che erano stati trattati nello studio MagnetisMM-3. Gli eventi avversi emergenti dal trattamento ( TEAE ) di tipo ematologico più comuni riportati in almeno il 20% dei pazienti sono stati: anemia ( 58,6% di qualsiasi grado; 46,0% di grado 3/4 ), neutropenia ( rispettivamente 44,8% e 41,4% ), trombocitopenia ( 40,2% e 28,7% ), linfopenia ( 32,2%; 29,9% ) e leucopenia ( 21,8%; 12,6% ).
Gli eventi avversi emergenti dal trattamento non-ematologici più comuni sono stati: sindrome da rilascio di citochine ( CRS ) ( 65,5% e 2,3% ), diarrea ( 35,6% e 0% ), eventi avversi correlati a COVID-19 ( 25,3% e 9,2% ), riduzione dell'appetito ( 23,0%; e 1,1% ), tosse ( 21,8% e 1,1% ), reazioni nella sede di iniezione ( 20,7% e 0% ) e piressia ( 20,7% e 1,1% ).

Gli eventi avversi hanno causato il decesso di 23 pazienti, di cui 11 a causa di progressione della malattia, 8 a causa di infezioni, tra cui COVID-19 ( n=5 ) e shock settico / sepsi ( n=3 ), e 4 per altre cause, tra cui embolia polmonare, caduta, arresto cardiaco e shock cardiogeno.

Sono state riportate infezioni nel 73,6% dei pazienti, nel 26,4% dei casi di grado 3/4 e nel 9,2% di grado 5.
Inoltre, il 25,3% dei pazienti ha manifestato eventi avversi correlati a COVID-19 e il 6,9% ha interrotto definitivamente il trattamento a causa di infezioni.

Riguardo alla sindrome da rilascio di citochine, il 48,3% dei pazienti ha manifestato un evento di grado 1, il 14,9% di grado 2 e il 2,3% di grado 3, mentre non sono stati segnalati casi di sindrome da rilascio di citochine di grado 4/5.
Il 9,2% dei pazienti ha manifestato più di un episodio di sindrome da rilascio di citochine.
Nei pazienti che sono stati trattati con i dosaggi crescenti pari a 12 mg e 32 mg è stata riportata una sindrome da rilascio di citochine di qualsiasi grado nel 60,9% dei casi e l'1,6% dei pazienti ha sviluppato una sindrome da rilascio di ciotochine di grado 3.
Il tempo mediano di insorgenza di sindrome da rilascio di ciotochine è stato di 2 giorni ( intervallo: 1,0-4,0 ) e il tempo mediano di risoluzione del problema di 2 giorni ( intervallo: 1,0-10,0 ).
Nel 21,8% dei pazienti la sindrome da rilascio di citochina è stata trattata somministrando Tocilizumab, un anticorpo monoclonale anti-interleuchina-6 ( IL-6 ), mentre l’11,5% è stato trattato con steroidi.
Un paziente ha interrotto definitivamente il trattamento a causa della sindrome da rilascio di citochine.

Riguardo alla tossicità neurologica, nel 5,7% dei pazienti si è sviluppata sindrome da neurotossicità associata alle cellule dell'effettore immunitario ( ICANS ) di qualsiasi grado, che nel 3,4% dei casi è stata al massimo di grado 2 e nel 2,3% di grado 3.
Un paziente ha manifestato più di un episodio di ICANS.
Il tempo mediano di insorgenza è stato di 2 giorni ( intervallo: 1,0-3,0 ) e il tempo mediano di risoluzione di 2 giorni ( intervallo: 1,0-18,0 ).
Il 2,3% dei pazienti ha ricevuto Tocilizumab per la neurotossicità e al 3,5% sono stati somministrati steroidi.
La neurotossicità ha richiesto l'interruzione definitiva del trattamento in due pazienti. ( Xagena_2023 )

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Annual Meeting 2023

Xagena_Medicina_2023