I cambiamenti dello stile di vita nella malattia da reflusso gastroesofageo


I cambiamenti dello stile di vita rappresentano la terapia di prima linea per i pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo.

Un gruppo di Ricercatori della Stanford University School of Medicine, in California, ha messo in atto un approccio basato sull’evidenza allo scopo di determinare l’efficacia delle misure sullo stile di vita per il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo.

Gli Autori hanno compiuto una ricerca tra i lavori pubblicati tra il 1975 ed il 2004.
Ogni studio selezionato è stato revisionato da 2 supervisori che li hanno così classificati: evidenza A, studi clinici randomizzati; evidenza B, studi di coorte o caso-controllo; evidenza C, case report o studi clinici metodologicamente non corretti; evidenza D, esperienza dello sperimentatore; o evidenza E, insufficienti informazioni.

Sono stati esaminati 2.039 studi, dei quali 100 sono risultati rilevanti.

Solamente 16 studi clinici hanno esaminato l’impatto della misurazione dello stile di vita sulla malattia da reflusso gastroesofageo ( cambiamento dei sintomi, pH esofageo o pressione dello sfintere esofageo inferiore ).

Sebbene ci siano evidenze fisiologiche sul fatto che l’esposizione a tabacco, alcol, cioccolato e cibi ad alto contenuto di grassi, diminuiscano la pressione dello sfintere esofageo inferiore, non ci sono evidenze in letteratura riguardo all’efficacia delle misure dietetiche.

Né la cessazione all’esposizione al tabacco né quella all’alcol sono risultate correlate ad un miglioramento del pH esofageo o dei sintomi ( evidenza B ).
Il sollevamento della testata del letto e la posizione di decubito laterale sinistra hanno migliorato la durata generale in cui il pH esofageo è rimasto inferiore a 4 ( evidenza B ).

La perdita di peso ha migliorato il pH ed i sintomi ( evidenza B ).

La perdita di peso ed il sollevamento della testata del letto sono efficaci interventi sullo stile di vita per la malattia da reflusso gastroesofageo. ( Xagena_2006 )

Kaltenbach T et al, Arch Intern Med 2006; 166: 965-971






Gastro2006