Sinergia tra statine e terapia ormonale postmenopausale per la prevenzione delle fratture nelle donne anziane


Uno studio caso-controllo ha esaminato il ruolo degli inibitori del 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi ( HMG-CoA reduttasi; statine ) e della terapia ormonale in post-menopausa nelle fratture correlate all'osteoporosi.

Sono state esaminate 1.001 donne con fratture di anca, polso, avambraccio, colonna vertebrale, verificatesi mel periodo 2000-2005; i controlli erano rappresentati da 2.607 donne senza fratture.

La terapia ormonale post-menopausale è stata classificata come corrente ( 12 mesi precedenti la data indice ) o mai avvenuta o passata.
Il rischio di frattura è stato diviso in utilizzatori di statine continuativi ( maggiore o uguale all’80% rapporto di possesso di farmaci nei 12 mesi precedenti la data indice ) e correnti ( 3 mesi precedenti la data indice ) rispetto ai pazienti senza iperlipidemia che non hanno utilizzato farmaci ipolipemizzanti.

Il 19% dei partecipanti allo studio erano utilizzatori attuali di terapia ormonale, il 9.5% erano correnti e il 4.8% erano utilizzatori di statine continuativi.

Nessuna associazione tra uso continuativo di statine e fratture è stata osservata tra coloro che avevano fatto uso in passato di terapie ormonali o che non avevano mai fatto uso di ormonoterapia ( OR=0.80 ).

Al contrario, un forte effetto protettivo ( OR=0.19 ) è stato riscontrato tra le donne che hanno contemporaneamente utilizzato statine e terapia ormonale per 1 anno, indipendentemente dall'età, dall’uso di corticosteroidi, bifosfonati, diuretici tiazidici, Calcitonina, Metotressato o antiepilettici, da malattia renale cronica, e dall'indice di comorbidità di Charlson.

In conclusione, l'uso concomitante di statine e terapia ormonale può avere un effetto sinergico protettivo sulle fratture scheletriche. ( Xagena_2010 )

Bakhireva LN et al, Pharmacotherapy 2010; 30: 879-887



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