Screening mammografico per cancro al seno


Mentre vi è un generale accordo circa l’utilità di eseguire lo screening mammografico nella fascia d’età 50-69 anni, rimane aperto il dibattito relativo alle altre fasce d’età ( in particolare quella 40-49 anni ) e circa la cadenza ottimale.

Nel Novembre 2009 negli USA la US Preventive Services Task Force ( USPSTF ) ha modificato le lineeguida sull’utilizzo della mammografia come screening nella fascia d’età 40-49 anni riservandola solo alle donne a rischio aumentato di sviluppare un carcinoma mammario: il basso rischio di sviluppare un carcinoma mammario in questa fascia d’età, la bassa sensibilità mammografica e l’alto tasso di falsi positivi rispetto a fasce d’età più avanzate rendono il rapporto rischio-beneficio inadeguato a supportare la raccomandazione alla mammografia per tutte le donne d’età 40-49 anni.
Le conclusioni della USPSTF inoltre sono state fortemente influenzate dai risultati dello studio Age, condotto su 160.000 donne di età compresa fra 39-41 anni, in cui l’esecuzione della mammografia annuale fino all’età di 48 anni ha portato a una riduzione non-significativa del rischio di mortalità per carcinoma mammario a un follow mediano di 10.7 anni ( con 2.512 donne da avviare allo screening con mammografia per evitare una morte per carcinoma mammario ).

Diverse Società americane di radiologia si sono schierate contro queste raccomandazioni e continuano a sostenere il ruolo dello screening mammografico nelle donne età compresa tra 40 e 49 anni.

In merito allo screening in questa fascia di età recentemente sono stati presentati i risultati di almeno altri due studi di cui uno randomizzato condotto a Taiwan tra il 2003 e il 2008 su quasi 80.000 donne.
Lo studio, a tre bracci, ha confronto uno screening costituito dall’alternanza di mammografia ed ecografia mammaria a cadenza annuale ( inizio con mammografia, seguito dopo un anno da ecografia mammaria e ancora dopo un altro anno da mammografia, e così via ) oppure l’alternanza inversa ( inizio con ecografia mammaria ) verso nessuno screening.
Questo studio ha dimostrato un incremento di 3 volte del tasso di diagnosi di carcinoma al seno con l’utilizzo dello screening combinato alternato mammografia-ecografia mammaria ( da 0.17 a 0.51-0.58 nuovi casi ogni 100 ogni 2 anni, ovvero dopo aver completato l’alternanza dei due esami ).
Questo non ha ancora comunque prodotto un vantaggio in termini di riduzione della mortalità ma il follow-up è ancora breve.

In un altro studio condotto in Svezia l’efficacia dello screening mammografico nelle donne di età compresa tra 40 e 49 anni è stata valutata confrontando la mortalità per cancro alla mammella tra aree che avevano il programma di screening per almeno 6 anni tra il 1986 e il 2005 ( gruppo di studio ) e aree che non lo prevedevano nello stesso periodo ( gruppo di controllo ).
Si è osservata una riduzione della mortalità per tumore della mammella del 26% per le donne invitate ad effettuare lo screening mammografico e del 29% per quelle che lo hanno effettivamente eseguito con una riduzione maggiore nelle donne di età compresa tra 45 e 49 anni rispetto a quelle più giovani.
Lo studio è stato condotto su una casistica molto ampia ma non era randomizzato e presenta dei limiti tra cui la mancanza di informazione sulla disponibilità e la qualità dei trattamenti nelle varie contee, sui costi della mammografia ( come ad esempio richiami e biopsie inutili ) in rapporto ai potenziali benefici e non include le percentuali assolute di mortalità.

Inoltre la USPSTF consiglia la mammografia di screening per le donne di età compresa tra 50 e 74 anni con cadenza biennale sulla base dei risultati di studi non-randomizzati che hanno mostrato una riduzione simile della mortalità in donne sottoposte a screening con mammografia annuale rispetto a mammografia ogni 18-33 mesi.
Secondo modelli statistici, lo screening con mammografia annuale previene due morti per carcinoma mammario in più ogni 1000 donne sottoposte a screening, rispetto alla mammografia ogni due anni.

In una analisi basata su dati del Breast Cancer Surveillance Consortium del National Cancer Institute ( provenienti da 7 registri mammografici statunitensi ), lo screening con mammografia ogni due anni rispetto allo screning con mammografia annuale non è associato ad un rischio aumentato di diagnosi di carcinoma mammario in stadio avanzato in donne con età maggiore di 50 anni, mentre risulta essere associato a un aumento di tale rischio in donne di età 40-49 anni.
Questa differenza, inizialmente attribuita ad una più rapida crescita tumorale nelle donne più giovani, sembrava supportare lo screening con mammografia annuale nelle donne di 40-49 anni.
In realtà uno studio recente ha dimostrato che l’inferiorità della mammografia ogni due anni in questa fascia d’età era soprattutto attribuibile a una minore sensibilità della mammografia, a causa della maggiore densità del parenchima mammario.

. Un ultimo punto riguarda l’utilizzo della mammografia digitale: rispetto a quella analogica, la mammografia digitale è in grado di aumentare il contrasto tra il tumore e il parenchima mammario sano circostante, in particolare nei seni densi, offrendo una maggiore sensibilità nelle pazienti più giovani.
Dal 2001 al 2003, nel Digital Mammographic Imaging Screening Trial sono state arruolate in USA e in Canada circa 50.000 donne di età compresa tra 47 e 62 anni, le quali venivano sottoposte sia a mammografia analogica che a mammografia digitale. Le due tecniche sono risultate globalmente equivalenti in termini di accuratezza diagnostica, ma nel sottogruppo di donne con età inferiore a 50 anni, in quello di donne con seno molto denso o eterogeneamente denso, e in quello di donne in pre- e peri-menopausa, la mammografia digitale è risultata avere una accuratezza diagnostica significativamente più elevata rispetto alla mammografia analogica.

Nelle donne ad alto rischio per importante storia familiare di carcinoma mammario o perché portatrici di mutazione di BRCA1 e/o BRCA-2 i controlli mammografici dovrebbero essere iniziati all’età di 25 anni o 10 anni prima dell’età di insorgenza del tumore nel familiare più giovane, nonostante la bassa sensibilità della mammografia in questa popolazione.
La risonanza magnetica mammaria è raccomandata, in aggiunta alla mammografia annuale, per le donne con mutazione di BRCA1 e/o BRCA-2. ( Xagena_2012 )

Fonte: AIOM, 2012

Xagena_Medicina_2012