Carcinoma mammario HER2 positivo: terapie adiuvanti e neoadiuvanti


Dopo l'introduzione di farmaci anti-HER2, la prognosi dei pazienti con tumore alla mammella HER2 positivo è notevolmente migliorata.
Nella terapia adiuvante, l'anticorpo monoclonale Trastuzumab ( Herceptin ) è stato valutato in sei studi randomizzati, con più di 10.000 pazienti.
Sono state valutate diverse modalità di somministrazione ( concomitante versus sequenziale ), durata ( 1 anno, 2 anni o 9 settimane ) e diversi regimi chemioterapici.

Attualmente, il trattamento per 1 anno con Trastuzumab in combinazione o dopo chemioterapia rappresenta la terapia adiuvante standard per i pazienti affetti da tumori con iperespressione di HER2.

La sicurezza cardiaca è ancora un importante problema clinico, in particolare nel trattamento del carcinoma mammario precoce.
Sono in corso numerosi studi randomizzati di grandi dimensioni che stanno valutando regimi terapeutici più brevi e potenzialmente meno tossici.

Nella terapia neoadiuvante, l'aggiunta di Trastuzumab alla chemioterapia è in grado di produrre un aumento dell'attività antitumorale, rispetto alla sola chemioterapia.
E’ stata, tuttavia, osservata resistenza primaria e secondaria a Trastuzumab sia nella malattia iniziale che in fase avanzata.
Sono stati descritti diversi meccanismi come possibili determinanti del fallimento di Trastuzumab, e molte nuove strategie anti-HER2 sono in fase di sviluppo.

Lapatinib ( Tykerb ), inibitore della tirosin-chinasi associata a HER1 e a HER2, è attualmente approvato nelle fasi avanzate della malattia dopo il fallimento di Trastuzumab.
Altre molecole come Pertuzumab ( Omnitarg ), che lega il dominio di dimerizzazione di HER2, o l’inibitore della tirosin-chinasi per i recettori pan-erbB Neratinib ( HKI-272 ) sono in corso di valutazione nella terapia neoadiuvante. ( Xagena_2010 )

Guarneri B et al, Cancer Treat Rev 2010



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