Farmaci per la pressione: la Doxazosina può causare ipotensione ortostatica


La Doxazosina ( Cardura ) agisce sui valori di pressione arteriosa in quanto determina vasodilatazione periferica.
In genere un vasodilatatore puro non può essere utilizzato in monoterapia nel trattamento dell'ipertensione in quanto la riduzione delle resistenze periferiche determina un’attivazione riflessa del sistema nervoso simpatico ( SNS ) che agisce sia direttamente che attraverso un’attivazione del sistema renina-angiotensina ( SRA ).

La Doxazosina blocca in modo selettivo i recettori alfa-1 lasciando esposti i recettori alfa-2 che a livello presinaptico inibiscono la neurotrasmissione simpatica ( cioè il rilascio di noradrenalina ).
Pertanto, quando si somministra la Doxazosina, l’attivazione riflessa del sistema nervoso simpatico provocata dalla vasodilatazione determina un aumento del rilascio di noradrenalina che viene inibita dalla stimolazione dei recettori alfa-2 presinaptici. Quando la Doxazosina è somministrata in associazione a un farmaco che blocca il sistema renina-angiotensina o a un beta-bloccante, l’attivazione riflessa del sistema nervoso simpatico viene ulteriormente antagonizzata.

La Doxazosina ha un effetto antipertensivo graduale con un tempo di picco di 3-4 ore e un’emivita di circa 11 ore.

L’effetto collaterale più importante della Doxazosina è l’ipotensione ortostatica, che può essere gestita con alcuni accorgimenti.
Mentre nei soggetti adulti senza particolari problemi questa reazione avversa non sembra essere importante, è necessario fare attenzione in soggetti che presentano o che sono predisposti all’ipotensione ortostatica, quali i soggetti anziani, i soggetti con neuropatia diabetica e i soggetti sodio-depleti, incluso i pazienti trattati con diuretico ( soprattutto se anziani ). In questi pazienti è necessario iniziare con un basso dosaggio, ad es. 1 mg/die, per almeno una settimana prima di salire con la dose. Inoltre è conveniente far assumere la terapia alla sera, in modo che il farmaco raggiunga il tempo di picco ( e quindi l’effetto massimo ) mentre il paziente dorme, avvertendolo però di fare attenzione se si dovesse alzare durante le ore notturne.

Quando si controlla la pressione arteriosa, soprattutto all’inizio della terapia, è utile misurare i valori pressori in clinostatismo e in ortostatismo per valutare la presenza di ipotensione ortostatica. Una volta che la terapia è stabilizzata la tollerabilità tende a migliorare ulteriormente.

Nello studio TOMHS ( Treatment of Mild Hypertension Study ), l’incidenza di sincope non è risultata diversa dal placebo.
Inoltre, sempre nello stesso studio, il farmaco non ha determinato impotenza. Questo dato è di interesse, in quanto le uniche classi di farmaci antipertensivi che non influiscono sulla sfera sessuale sono, oltre la Doxazosina, i calcioantagonisti e forse gli AT-1 antagonisti.
Tuttavia, la Doxazosina, proprio per il suo effetto di dilatazione del muscolo detrusore della vescica, può determinare eiaculazione retrogada. Questo effetto può non essere completamente accettato da alcuni pazienti. ( Xagena_2008 )

Fonte: Rivista SIMG, 2008

Xagena_Medicina_2008