Che cosa sono le transaminasi e che cosa indicano?

A cura di Giovanna Serenelli, Policlinico Monteluce, Perugia.

Le transaminasi sono enzimi che intervengono nel metabolismo degli aminoacidi. I due tipi più noti sono la AST (conosciuta fino a qualche tempo fa con la sigla di GOT) e la ALT (la vecchia sigla era GPT). Anche se non sono presenti solo in questi due organi, le transaminasi sono particolarmente abbondanti nel cuore e nel fegato. Il normale processo di "rinnovamento" di questi enzimi localizzati all'interno delle cellule, fa sì che essi vengano "riversati" nel plasma ove possono essere dosati. L'aumento della loro concentrazione plasmatica indica una eccessiva fuoriuscita di questi enzimi dalle cellule. Ciò avviene solitamente quando le cellule abbiano subito un danno che ne altera la membrana (aumento di permeabilità) o quando le cellule muoiono.
Il loro dosaggio è utilizzato principalmente nella diagnosi di patologie sia del fegato che del miocardio.
Incremento dei loro valori ematici si riscontra nelle epatiti acute (nelle epatiti virali il loro valore può aumentare anche fino a 100 volte rispetto al normale), nelle epatiti croniche, nelle epatiti tossiche, e ancora nell'infarto del miocardio.
Le transaminasi comunque possono aumentare anche quando ci sia colestasi intraepatica, nella mononucleosi infettiva, nella dermatomiosite, nella distrofia muscolare, nella pacreatite acuta, nelle emolisi (rottura dei globuli rossi), nei tumori del fegato (sia primitivi che metastatici), in corso di patologie della tiroide, dopo esposizione a radiazioni.
(Xagena 2000)