Trapianto renale: Ciclosporina versus Tacrolimus nei regimi immunosoppressivi di mantenimento


In Brasile, i protocolli del Sistema Sanitario Nazionale consigliano di utilizzare la Ciclosporina, in associazione con Azatioprina e corticosteroidi, per mantenere l'immunosoppressione essenziale per il successo del trapianto renale. In alternativa, la Ciclosporina può essere sostituita da Tacrolimus.

È stato condotto uno studio di coorte storico, dal 2000 al 2004, per valutare l'efficacia dello schema terapeutico che comprende Ciclosporina ( Sandimmun Neoral ) o Tacrolimus ( Protopic ) dopo trapianto renale nel corso di un periodo di 60 mesi di follow-up.
Sono stati coinvolti 5.686 pazienti sottoposti a trapianto renale in terapia con Ciclosporina o Tacrolimus.

La maggior parte dei pazienti era di sesso maschile, di età compresa tra 38 anni o più; tra di loro, la diagnosi primaria più frequente di insufficienza renale cronica è stata di glomerulonefrite o nefrite.

Il più alto rischio di fallimento terapeutico è stato associato a: regime terapeutico ( Tacrolimus, hazard ratio, HR=1.38 ), età del paziente al trapianto ( anni addizionali, HR=1.01 ), tipo di donatore ( deceduto, HR=1.60 ), tempo medio di dialisi prima del trapianto ( maggiore di 24 mesi, HR=1.29 ), e diagnosi primaria di insufficienza renale cronica ( diabete mellito, HR=1.54 ).

In conclusione, il rischio di fallimento del trattamento dei pazienti trattati con Tacrolimus è risultato 1.38 volte maggiore di quello dei soggetti in terapia con Ciclosporina, dopo aggiustamento del modello per possibili fattori di confondi mento, quali sesso del paziente, età del paziente, origine del trapianto, tempo intercorso prima della dialisi e cause di insufficienza renale cronica.
I risultati sono stati ottenuti da uno studio osservazionale, e sono necessari ulteriori studi per valutare se il rispetto dei protocolli clinici possa tradursi in una maggiore efficacia della cura per i pazienti sottoposti a trapianto renale ( Xagena_2010 )

Guerra AA et al, Ann Pharmacother 2010; 44: 192-201



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