Cancro al rene: ogni anno in Italia più di 13.000 nuovi casi. Efficacia di Pembrolizumab, un inibitore del checkpoint immunitario


In Italia oltre 144mila uomini e donne vivono con una diagnosi di tumore al rene. Si calcola che ogni anno i nuovi casi ammontino a 13.500 e i più colpiti risultano essere gli uomini ( 9.000 mentre le donne sono 4.500 ). Sette pazienti su dieci sono vivi a 5 anni dalla diagnosi e possono essere considerati guariti.

Preoccupa la casualità legata all’individuazione della patologia oncologica. Il 60% dei casi ( 8.100 ogni anno ) viene scoperto durante esami medici condotti per altri problemi di salute.
Il 55% dei carcinomi si presenta alla diagnosi confinato solo al rene mentre fino nel 30% dei casi ha già sviluppato metastasi.

A seconda della tipologia di tumore, del suo stadio e delle priorità del malato ci sono diverse opzioni di trattamento. L’incremento della sopravvivenza è dovuto all’introduzione delle terapie target.

Nel tumore renale la chemioterapia e la radioterapia sono risultate da sempre poco efficaci e il loro utilizzo è scarso. L’introduzione dei farmaci biologici prima e poi di quelli immunoterapici ha rivoluzionato la pratica clinica.

Pembrolizumab ( Keytruda ) in terapia adiuvante ha migliorato la sopravvivenza libera da malattia nei pazienti con carcinoma renale ad alto rischio di recidiva: la prima analisi ad interim dello studio KEYNOTE-564 pubblicata su The Lancet Oncology ha dimostrato risultati promettenti per questo inibitore del checkpoint immunitario rispetto al placebo dopo intervento chirurgico.

KEYNOTE-564 è uno studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, in cui 994 pazienti con tumore renale sono stati assegnati a ricevere Pembrolizumab ( 200 mg per via endovenosa ogni tre settimane per un massimo di 17 cicli ) oppure un placebo dopo la chirurgia.

Dopo un follow-up mediano di 30 mesi, la sopravvivenza libera da malattia è risultata migliore nel gruppo trattato con Pembrolizumab rispetto al placebo: la proporzione stimata di partecipanti rimasti in vita e senza recidive è risultata del 75.2 % con Pembrolizumab, del 65.5 % nel gruppo trattato con placebo.

Non sono stati osservati nuovi segnali relativi alla sicurezza con Pembrolizumab in terapia adiuvante, che è risultato avere un profilo di eventi avversi in linea con i precedenti report.

KEYNOTE-564 è il primo studio di fase 3 randomizzato a riferire risultati positivi con una immunoterapia adiuvante nei pazienti con carcinoma renale.
Il follow-up e le analisi aggiuntive hanno confermato il beneficio significativo in termini di sopravvivenza libera da malattia già osservato nelle analisi precedenti e sostengono l’impiego di Pembrolizumab adiuvante come possibile nuovo standard di terapia nei pazienti con carcinoma renale ad alto rischio di recidiva dopo la chirurgia. ( Xagena_2022 )

Fonte: International Kidney Cancer Coalition ( IKCC ), 2022

Xagena_Medicina_2022