Tumore alla mammella avanzato: Prolia superiore a Zometa nel trattamento delle metastasi ossee


Uno studio randomizzato ha confrontato Denosumab ( Prolia ), un anticorpo monoclonale umano contro il ligando RANK ( attivatore del recettore del fattore nucleare kB ), con Acido Zoledronico ( Zometa ) nel ritardare o prevenire gli eventi scheletrici in pazienti con carcinoma mammario con metastasi ossee.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Denosumab per via sottocutanea 120 mg e placebo per via intravenosa ( n=1026 ) o Acido Zoledronico per via intravenosa 4 mg (con aggiustamento basato sulla clearance della creatinina ) e placebo per via sottocutanea ( n=1020 ) ogni 4 settimane.

A tutti i pazienti è stato raccomandato di assumere supplementazione giornaliera di Calcio e Vitamina D.

L'endpoint primario era il tempo al primo evento scheletrico nel corso dello studio ( definito come frattura patologica, terapia radiante o chirurgica all'osso o compressione della colonna spinale ).

Denosumab è risultato superiore ad Acido Zoledronico nel ritardare il tempo al primo evento scheletrico nel corso dello studio ( hazard ratio, HR=0.82; P=0.01 per superiorità ) e il tempo al primo e ai successivi ( multipli ) eventi scheletrici nello studio ( rate ratio, RR=0.77; P=0.001 ).

La riduzione nei marcatori del turnover osseo è risultata maggiore con Denosumab.

La sopravvivenza generale, la progressione della malattia e i tassi di eventi avversi ed eventi avversi gravi sono risultati simili tra i gruppi.

Con Acido Zoledronico si è verificato un eccesso di eventi avversi renali e reazioni di fase acuta, mentre l'ipocalcemia è stata osservata con maggior frequenza con Denosumab e l'osteonecrosi della mandibola è risultata poco frequente ( 2%, Denosumab; 1.4%, Acido Zoledronico; P=0.39 ).

In conclusione, Denosumab è risultato superiore ad Acido Zoledronico nel ritardare o prevenire eventi scheletrici in pazienti con tumore alla mammella con metastasi ossee ed è risultato generalmente ben tollerato.
Grazie al vantaggio di una iniezione sottocutanea e nessuna richiesta di monitoraggio renale, Denosumab rappresenta una potenziale opzione di trattamento per i pazienti con metastasi ossee. ( Xagena_2010 )

Stopeck AT et al, J Clin Oncol 2010; 28: 5132-5139



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