Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule con prognosi sfavorevole: Erlotinib versus chemioterapia nel trattamento di seconda linea


Erlotinib ( Tarceva ), Docetaxel ( Taxotere ) e Pemetrexed ( Alimta ) sono approvati per il trattamento di seconda linea del tumore al polmone non-a-piccole cellule, ma non sono disponibili dati di confronto diretto ottenuti da ampi studi clinici.

Lo studio TITAN ( Tarceva In Treatment of Advanced NSCLC ) è stato condotto per valutare la efficacia e la tollerabilità del trattamento di seconda linea con Erlotinib versus chemioterapia in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule refrattario.

TITAN, uno studio internazionale, multicentrico, randomizzato, in aperto e di fase 3, è stato effettuato in 77 Centri in 24 Paesi.

Pazienti naive alla chemioterapia con cancro al polmone non-a-piccole cellule localmente avanzato, ricorrente o metastatico hanno ricevuto fino a 4 cicli di chemioterapia di prima linea con Platino; ai pazienti con progressione della malattia durante o immediatamente dopo la chemioterapia è stato offerto l’arruolamento nello studio TITAN.

I pazienti arruolati sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1 ( con un metodo di minimizzazione per assicurare una stratificazione bilanciata ) a ricevere Erlotinib 150 mg/die o chemioterapia ( regimi standard con Docetaxel o Pemetrexed, a discrezione dei ricercatori ), fino a tossicità accettabile, progressione della malattia o decesso.

I pazienti sono stati stratificati per stadio della malattia, performance status ECOG ( Eastern Cooperative Oncology Group ), storia di abitudine al fumo e regione di residenza.

L’endpoint primario era la sopravvivenza generale nella popolazione per intention-to-treat.

Lo studio TITAN è stato interrotto prematuramente a causa della lentezza del reclutamento.

Nel periodo 2006-2010, 2.590 pazienti naive alla chemioterapia sono stati trattati con chemioterapia a base di Platino; di questi 424 hanno presentato progressione della malattia e sono stati arruolati nello studio TITAN.

Nello studio, 203 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Erlotinib e 221 chemioterapia.

Il follow-up mediano è stato di 27.9 mesi nel gruppo Erlotinib e 24.8 mesi nel gruppo chemioterapia.

La sopravvivenza generale mediana è stata di 5.3 mesi con Erlotinib e di 5.5 mesi con la chemioterapia ( hazard ratio [ HR ] 0.96; log-rank p=0.73 ).

Il profilo di eventi avversi di ciascun gruppo è risultato in linea con studi precedenti.

Rash ( 50% nel gruppo Erlotinib vs 5% nel gruppo chemioterapia per tutti i gradi; 5% vs nessuno per grado 3 o 4 ) e diarrea ( 18% vs 2% per tutti i gradi; 3% vs nessuno per grado 3 o 4 ) sono risultati i più comuni eventi avversi legati al trattamento con Erlotinib, mentre alopecia ( nessuno vs 11% per tutti i gradi; nessuno vs inferiore a 1% per grado 3/4 ) è risultato il più comune con la chemioterapia.

In conclusione, non sono state osservate differenze significative nella efficacia tra i pazienti trattati con Erlotinib e quelli trattati con Docetaxel o Pemetrexed.

Dal momento che i profili di tossicità di Erlotinib e chemioterapia sono diversi, le decisioni relative al trattamento di seconda linea dovrebbero prendere in considerazione la preferenza del paziente e i profili specifici di rischio di tossicità. ( Xagena_2012 )

Ciuleanu T et al, Lancet Oncol 2012; 13: 300-308

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