Carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione: predittori di risposta a lungo termine all’Abiraterone


Lo studio ha analizzato in maniera retrospettiva i dati clinici di pazienti con carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione ( mCRPC ) che avevano ricevuto Abiraterone ( Zytiga ) dopo Docetaxel in Italia al fine di identificare potenziali predittori clinici di risposta a lungo termine all’Abiraterone, intendendo come risposta a lungo termine quei pazienti che ricevevano il farmaco per un periodo superiore ai 12 mesi di trattamento.

Scopo di questo studio è stato quello di identificare predittori clinici di risposta a lungo termine all’Abiraterone in uno studio retrospettivo di coorte con pazienti con tumore alla prostata resistente alla castrazione trattati con Docetaxel.

Sono stati selezionati e valutati 143 pazienti che hanno incontrato i criteri di inclusione. L’età media dei pazienti era di 73 anni ( 47-87 anni ) e il punteggio Gleason medio era pari a 8 ( range 3-10 ).

La maggioranza dei pazienti ( 89% ) aveva solo metastasi ossee, e il 28% aveva metastasi sincrone alla diagnosi.

I valori medi dei livelli di PSA ( antigene prostatico specifico ), della fosfatasi alcalina ( ALP ) e della deidrogenasi lattica ( LDH ) prima di cominciare l’Abiraterone erano di 38 ng/dL ( range 0.45-1339 ng/dL ), 98.5 U/L ( range 36-1778 U/L ) e 269.5 U/L ( range 113-1119 U/L ), rispettivamente.

I pazienti avevano ricevuto in media 3 linee di trattamento ( interquartile range [ IQR ] 2-4 ) prima di iniziare il trattamento con Abiraterone, incluso la chemioterapia ( 86% ).

La mediana del follow-up era di 34.6 mesi e la mediana di durata del trattamento con Abiraterone era di 19.8 mesi ( IQR 14.3-29.4 mesi ).

Al tempo dell’analisi, 34 pazienti ( 24% ) ricevevano ancora Abiraterone. Nei rimanenti pazienti ( 72% ) il trattamento è stato interrotto a causa della progressione della malattia, mentre 31 ( 23% ) sono deceduti.

Il trattamento è risultato ben tollerato. I soli effetti avversi riportati erano di grado 1 ( G1 ) ipokalemia ( 5% ), G1-G2 astenia ( 17%; G1, 14% e G2, 3% ), G2 anemia ( 5% ), G1 mucositi ( 5% ) e G1 diarrea ( 3% ).
Non sono stati riportati effetti avversi di grado G3-G4.

E' stata osservava una risposta al PSA maggiore o uguale al 50% nell’ 80% dei pazienti ( n=114 ), con una risposta dell’ 88% ( n=126 ).

Tre predittori erano significativamente associati con la durata del trattamento con Abiraterone: il punteggio Gleason ( hazard ratio [ HR ] 0.82, 95% CI 0.71-0.96, p=0.012 ), il PSA ( la funzione hazard relativa era variabile nel tempo p=0.001; unit=100 ng/dL ) e l’LDH ( HR 1.22, 95% CI 1.02-1.46, p=0.027; unit=100 U/L ).

L’associazione tra ALP e trattamento con Abiraterone non è risultata significativa ( HR 1.07, 95% CI 0.99- 1.16; p=0.074; unit=100 U/L ).

I livelli crescenti di biomarcatori tumorali circolanti ( PSA, ALP e LDH ) sono risultati associati a un aumentato rischio di interruzione dell’Abiraterone.
Un alto valore del Gleason era predittivo di diminuzione del rischio di progressione.
Non è stata osservava una associazione significativa tra il tempo di esposizione all’Abiraterone con l’età, la stadiazione-M al momento della diagnosi ( M0 vs M1 ) o il sito di metastasi ( ossee o viscerali ).

Nell’analisi multivariata solo il punteggio Gleason e il PSA erano predittori indipendenti della durata del trattamento con Abiraterone.

In conclusione, l’analisi retrospettiva nei pazienti con carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione, prevalentemente in regime post-Docetaxel, ha mostrato che un elevato punteggio Gleason, bassi livelli di PSA e di LDH prima di iniziare il trattamento con Abiraterone erano significativamente associati a una esposizione ad Abiraterone a lungo termine.
Non è stato possibile identificare fattori clinici predittivi di efficacia e specifici di una risposta sostenuta al farmaco, suggerendo che tutti I pazienti eleggibili possono ricevere una terapia con Abiraterone sulla base delle caratteristiche cliniche o tumorali.
Sono necessari studi di maggiori dimensioni per confermare le conclusioni. ( Xagena_2016 )

Verzoni E et al, Oncotarget 2016; 7: 40085-40094

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