Frattura della tibia: applicazione della tecnica MIPPO con osteosintesi


Uno studio retrospettivo ha valutato l’impiego della tecnica di osteosintesi mini-invasiva con posizionamento percutaneo di placca ( minimally invasive percutaneous plate osteosynthesis, MIPPO ) in 26 casi di frattura di tibia, condizione di frequente riscontro nella traumatologia ortopedica.

Hanno preso parte allo studio 26 pazienti con frattura di tibia, operati con la tecnica MIPPO presso l’ospedale di Istanbul ( Turchia ) nel periodo 2006-2008.
Sedici pazienti erano di sesso maschile e 10 di sesso femminile, con un’età media di 36.3 anni ( range 24-57 anni ).

Tre casi erano classificati come fratture aperte di grado I. Una placca a compressione dinamica di limitato contatto di basso profilo 3.5 mm ( limited contact dynamic compression plate, LCDCP ) è stata impiegata in tutti i casi.
In seconda giornata postoperatoria a tutti i pazienti era concesso il libero movimento; sono stati dimessi al domicilio senza caricare. Alcuni pazienti hanno iniziato il carico a partire dalla sesta settimana, in base all’esito delle radiografie di controllo.
A nessun paziente è stato permesso il carico completo prima del quarto mese.

In tutti i casi è stata ottenuta la saldatura sia dal punto di vista clinico che radiologico.

Al termine del follow-up, tutti i pazienti erano in grado di adempire le proprie attività quotidiane senza restrizioni. Nessun paziente ha sviluppato infezioni tissutali superficiali o profonde.

Nella prima settimana postoperatoria, 3 pazienti hanno sviluppato segni clinici minimi di trombosi venosa profonda, trattati con risoluzione clinica entro 15 giorni, con terapia medica.

Il tempo medio trascorso per un carico completo è stato di 5.6 mesi.

L’asportazione si è resa necessaria in 11 casi, a causa di irritazione cutanea causata dalla placca.

Dallo studio è emerso che la tecnica MIPPO per le fratture diafisarie e distali di tibia è semplice da applicare, determina un miglioramento dal punto di vista riabilitativo e comporta poche complicanze. ( Xagena_2010 )

Bülbül M et al, Minerva Ortopedica e Traumatologica 2010; 61: 177-181



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