Stimolazione cerebrale profonda: sistema Infinity


Un approccio terapeutico capace di migliorare la qualità di vita del paziente con malattia di Parkinson in fase avanzata, è rappresentato da Infinity di St. Jude Medical.

Il sistema Infinity è l’ultima novità nel campo della stimolazione cerebrale profonda ( Deep Brain Stimulation; DBS ), una procedura di neurochirurgia funzionale che ha oltre 20 anni, la cui efficacia è stata recentemente migliorata grazie allo sviluppo di elettrodi direzionali che permettono una maggiore precisione di erogazione del campo elettrico, soddisfacendo le necessità terapeutiche del paziente.
La procedura è in grado di essere aggiornata e di integrare i miglioramenti senza la necessità di ripetere l’iter chirurgico.

Sono circa 1.500 i pazienti con sindromi parkinsoniane seguiti ogni anno ambulatorialmente al Mondino, residenti in Lombardia e nelle regioni limitrofe, e sono oltre 300 i pazienti ricoverati annualmente nel reparto dedicato alle fasi avanzate per le cure ad alto contenuto tecnologico.

I candidati all’intervento, selezionati al Mondino, vengono inviati presso il reparto di neurochirurgia del Istituto Galeazzi di Milano, dove vengono sottoposti alla procedura chirurgica.
Sono 40-45 all’anno i nuovi impianti di DBS effettuati presso questa struttura. Nell’80% circa dei casi si tratta di malati affetti da malattia di Parkinson ma vengono trattati anche altri disturbi del movimento come la distonia e il tremore essenziale nonché disturbi comportamentali come la sindrome ossessivo-compulsiva.

Il Parkinson è una malattia con incidenza crescente a causa dell’età sempre più avanzata della popolazione generale.
In Italia, ogni anno, si ammalano ex novo da 8.000 a 12.000 persone, tra cui anche molti giovani con meno di 50 anni.

I farmaci dopaminergici disponibili consentono di contrastare efficacemente e per lunghi periodi i sintomi motori, il tremore, la rigidità muscolare e il rallentamento motorio, migliorando notevolmente la qualità di vita delle persone.

Nelle fasi più severe della malattia, quando la terapia farmacologica non è più sufficiente, è necessario ricorrere a terapie più avanzate: è quello il momento in cui viene proposta la stimolazione cerebrale profonda. Il neuro-stimolatore eroga una corrente elettrica e attraverso dei sottili elettrodi posizionati nei nuclei profondi del cervello, il subtalamo o il globo pallido, e genera impulsi capaci di liberare la corteccia cerebrale motoria, migliorando i sintomi della malattia, le abilità e la qualità di vita delle persone.
Gli elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda convenzionali hanno una limitata capacità di orientare la stimolazione elettrica e può essere difficile fornire stimoli efficaci per aree specifiche del cervello evitando effetti collaterali.
I nuovi elettrodi direzionali, del sistema Infinity, consentono di migliorare la gestione dei sintomi in quanto possono ottimizzare la neuromodulazione, calibrandola su misura e adeguandola alle esigenze del paziente, aumentandone i benefici e riducendone gli effetti collaterali.
I medici possono programmare il neurostimolatore del loro paziente attraverso un Mini iPad digitale, con tecnologia wireless Bluetooth, sicura e senza fili.

Il ruolo del neurochirurgo negli interventi di stimolazione cerebrale profonda rimane quello di raggiungere il bersaglio con la massima precisione possibile.
Per migliorare la precisione dell’impianto viene utilizzata la TAC intraoperatoria. ( Xagena_2016 )

Fonte: Istituto Neurologico Mondino di Pavia, 2016

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