Nanocomposto bioartificiale con cellule staminali per trapianto tracheobronchiale


I tumori della trachea possono essere resecati chirurgicamente, ma nella maggior parte dei casi sono di dimensioni inoperabili al momento della diagnosi e servono dunque nuove opzioni terapeutiche.

Sono stati riportati i dati di un trapianto clinico tracheobronchiale con un nanocomposto bioartificiale con cellule staminali.

I dati si riferiscono a un uomo di 36 anni, precedentemente trattato con chirurgia di debulking e radioterapia, presentatosi con carcinoma primario ricorrente della trachea distale e dei bronchi.

Dopo una resezione completa del tumore, le vie aeree sono state sostituite con un nanocomposto bioartificiale su cui erano state in precedenza seminate cellule mononucleate del midollo osseo autologo mediante un bioreattore per 36 ore.

Dopo l’operazione, sono stati somministrati per 14 giorni il fattore stimolante le colonie di granulociti Filgrastim ( 10 microg/kg ) ed Epoetina beta ( 40.000 UI ).

E’ stato osservato un rivestimento simile alla matrice extracellulare e cellule proliferanti inclusa una sottopopolazione CD105+ nella struttura dopo la risemina delle cellule e l’attivazione del bioreattore.

Non sono state osservate complicanze maggiori, il paziente è risultato asintomatico e libero da tumore 5 mesi dopo il trapianto.

Il nanocomposto bioartificiale ha mostrato anastomosi pervia, rivestito da una neomucosa vascolarizzata ed è risultato parzialmente coperto dall’epitelio sano circostante.

Dopo l’operazione, è stata osservata una mobilizzazione di cellule periferiche che hanno mostrato un aumentato fenotipo di cellule stromali mesenchimali e una iper-regolazione di recettori per l’epoetina, geni antiapoptotici e biomarcatori miR-34 e miR-449.

Questi risultati, insieme all’aumento dei livelli di fattori plasmatici associati alla rigenerazione, stanno ad indicare un attecchimento delle cellule staminali e un riparo della ferita mediato cellulo-mediato, un rimodellamento della matrice extracellulare e una neovascolarizzazione del trapianto.

In conclusione, strutture bioartificiali possono essere utilizzate per rimpiazzare complessi difetti delle vie aeree.
Il processo di risemina delle cellule con il il bioreattore e la rigenerazione sito-specifica e trapianto-specifica indotta farmacologicamente e la protezione tissutale sono fattori chiave per un esito clinico favorevole. ( Xagena_2011 )

Jungebluth P et al, Lancet 2011; 378: 1997-2004

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