Eccesso di stimolazione simpatica durante la malattia critica: effetti negativi dello stress adrenergico


Il termine adrenergico proviene da adrenalina e descrive gli ormoni o i farmaci i cui effetti sono simili a quelli dell’epinefrina o adrenalina.
Lo stress adrenergico è mediato dalla stimolazione dei recettori adrenergici e dall'attivazione di percorsi post-recettoriali.

La malattia critica è un potente stimolo del sistema nervoso simpatico.
E' indiscutibile che la risposta adrenergica di attacco o fuga è una reazione fisiologicamente significativa che ha permesso agli esseri umani di sopravvivere durante l'evoluzione. Tuttavia, in una malattia critica un’eccessiva stimolazione del sistema nervoso simpatico potrebbe superare nel tempo e nella portata i suoi effetti benefici.

Similmente alla risposta immunitaria in corso di sepsi acuta, lo stress adrenergico nella malattia critica può andare fuori controllo e causare effetti negativi.
Diversi sistemi d'organo possono essere colpiti. Il cuore sembra essere più suscettibile all’eccesso di stimolazione simpatica. Gli effetti negativi includono compromissione della funzione diastolica, tachicardia e tachiaritmia, ischemia miocardica, stordimento miocardico, apoptosi e necrosi.

Gli effetti avversi delle catecolamine sono stati osservati in altri ambiti, come i polmoni ( edema polmonare, aumento della pressione arteriosa polmonare ), la coagulazione ( ipercoagulabilità, formazione di trombi ), l’apparato gastrointestinale ( ipoperfusione, inibizione della peristalsi ), l’apparato endocrinologico ( riduzione della prolattina, secrezione degli ormoni tiroidei e della crescita ), il sistema immunitario ( immunomodulazione, stimolazione della crescita batterica ), il metabolismo ( aumento delle spese energetiche delle cellule, iperglicemia, catabolismo, lipolisi, iperlattatemia, variazioni degli elettroliti ), il midollo osseo ( anemia ) e i muscoli scheletrici ( apoptosi ).

Le potenziali opzioni terapeutiche per ridurre lo stress adrenergico eccessivo comprendono il controllo della temperatura e del ritmo cardiaco, un uso adeguato dei farmaci sedativi / analgesici, ragionevoli obiettivi cardiovascolari, una terapia adeguata di liquidi, l'uso di Levosimendan ( Simdax ), Idrocortisone. ( Xagena_2009 )

Dünser MW, Hasibeder WR, J Intensive Care Med 2009; 24: 293-316



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