Studio SELECT-COMPARE: Upadacitinib efficace e sicuro anche a 5 anni negli adulti con artrite reumatoide di grado moderato-grave con risposta insoddisfacente a Metotrexato


Sono stati presentati i risultati a 5 anni della fase di estensione a lungo termine dello studio SELECT-COMPARE sull'impiego dell'inibitore JAK Upadacitinib ( Rinvoq ) nei pazienti adulti con artrite reumatoide di grado moderato-grave con risposta insoddisfacente a Metotrexato ( MTX ).
I dati a lungo termine dello studio hanno confermato il mantenimento dei tassi di remissione clinica e di ridotta attività di malattia fino a 5 anni grazie al trattamento con Upadacitinib al dosaggio di 15 mg/die.

SELECT-COMPARE è uno studio multicentrico registrativo di fase 3, randomizzato e in doppio cieco, avente l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia di Upadacitinib rispetto a placebo e a un farmaco anti-TNF ( Adalimumab [ Humira ] ) nei pazienti adulti con artrite reumatoide in forma moderato-grave e risposta non-soddisfacente a Metotrexato, in trattamento ininterrotto con il farmaco antireumatico sintetico convenzionale modificante la malattia ( csDMARD ).

Lo studio aveva dimostrato il raggiungumento di migliori risposte cliniche a 12 settimane con Upadacitinib 15 mg in monosomministrazione giornaliera versus Adalimumab 40 mg somministrato a settimane alterne.

Lo studio ha incluso un periodo di trattamento, randomizzato e in doppio cieco, della durata di 48 settimane, seguito da una fase di estensione a lungo termine della durata complessiva fino a 10 anni.

I pazienti reclutati erano stati randomizzati, secondo uno schema 2:2:1, a trattamento con Upadacitinib 15 mg 1 volta al giorno ( QD ), placebo o Adalimumab 40 mg a settimane alterne.

Il protocollo dello studio prevedeva il ricorso a terapia di salvataggio ( da placebo a Upadacitinib, da Upadacitinib ad Adalimumab o da Adalimumab a Upadacitinib ) in caso di mancata risposta al trattamento assegnato dalla randomizzazione ( miglioramento inferiore del 20% della conta delle articolazioni dolenti o tumefatte alle settimane 14, 18 o 22 ), o in caso di mancato raggiungimento dello stato di ridotta attività di malattia ( LDA ) in base all’indice CDAI alla 26a settimana.

Tutti i pazienti rimasti in trattamento con placebo sono passati a Upadacitinib alla 26a settimana.

Ai pazienti che avevano completato il periodo in doppio cieco di 48 settimane era consentito di continuare il trattamento, in aperto, con Upadacitinib o Adalimumab in aperto per un tempo massimo pari a 10 anni.

A 5 anni, 1.417 pazienti erano stati sottoposti a trattamento con Upadacitinib ( 4.497 pazienti-anno ) e 579 pazienti ad Adalimumab ( 1.472 pazienti-anno ).
Dall’analisi dei dati è emersa che una proporzione più elevata di pazienti trattati con Upadacitinib 15 mg ha raggiunto e mantenuto la remissione clinica e la ridotta attività di malattia rispetto a quelli trattati con Adalimumab 40 mg.

In sintesi:

a) La remissione clinica in base al punteggio DAS28-CRP inferiore a 2,6 è stata raggiunta dal 31,8% ( 28,2, 35,4 ) dei pazienti trattati con Upadacitinib versus 23,2% ( 18,7, 27,8 ) dei pazienti trattati con Adalimumab;

b) La remissione clinica in base al punteggio CDAI inferiore o uguale a 2,8 è stata raggiunta dal 24,6% ( 21,3, 27,9 ) dei pazienti trattati con Upadacitinib e dal 18,7 ( 14,4, 22,9 ) di quelli trattati con Adalimumab;

c) La ridotta attività di malattia in base al punteggio DAS28-CRP minore o uguale a 3,2 è stata raggiunta dal 34,7% ( 31,1, 38,4 ) dei pazienti trattati Upadacitinib e dal 24,8% ( 20,1, 29,4 ) di quelli trattati con Adalimumab;

d) La ridotta attività di malattia in base al punteggio CDAI minore o uguale a 10 è stata raggiunta dal 36,4% ( 32,7, 40,1 ) dei pazienti trattati con Upadacitinib e dal 26,9% ( 22,1, 31,7 ) di quelli trattati con Adalimumab.

In aggiunta ai tassi elevati di remissione clinica e di ridotta attività di malattia, una proporzione più ampia di pazienti trattati con Upadacitinib 15 mg ha completato i 5 anni di trattamento rispetto a quelli trattati con Adalimumab.
Non solo: fino a 192 settimane, le percentuali di pazienti trattati con Upadacitinib che non sono andati incontro a progressione radiografica di malattia rispetto a quelli con Adalimumab sono risultate simili.
Nello specifico, le variazioni medie del punteggio mTSS rispetto al basale sono state pressochè sovrapponibili, tranne che per una variazione numericamente piccola di questo punteggio nel gruppo trattato in maniera continuativa con Upadacitinib.

Il profilo di sicurezza di Upadacitinib è risultato in linea con il profilo riportato precedentemente a 3 anni e nello studio originator.
Inoltre, I tassi degli eventi avversi di interesse speciale sono risultati generalmente sovrapponibili tra il gruppo Upadacitinib e quello Adalimumab, ad eccezione per i tassi numericamente ( ma non statisticamente ) elevati di herpes zoster, innalzamento di creatin-fosfochinasi ( CPK ), linfopenia e disordini epatici ( prevalentemente innalzamento delle transaminasi ) con Upadacitinib.

La maggior parte dei casi di herpes zoster e di disordini epatici, tuttavia, è risultata di entità non grave.
I pazienti con innalzamento dei livelli di creatin-fosfochinasi nel sangue sono risultati generalmente asintomatici e non sono stati riferiti casi di rabdomiolisi.

In sintesi: il tasso di eventi avversi seri è stato pari a 11,5 casi/100 PY nel gruppo Upadacitinib e a 13,3 casi per 100 PY nel gruppo Adalimumab; il tasso di infezioni gravi è stato pari a 3,7 eventi/100 PY nel gruppo Upadacitinib e di 3,3 eventi/100 PY nel gruppo Adalimumab; il tasso di decessi è stato pari a 0,9/100 PY nel gruppo Upadacitinib e a 1/100 PY nel gruppo Adalimumab, comprendendo anche quelli non-correlati al trattamento; il tasso di eventi cardiovascolari principali sia per Upadacitinib che per Adalimumab è stato pari a 0,3 eventi/100 PY; il tasso di eventi tromboembolici venosi ( VTE ) è stato pari a 0,3/100 PY nel gruppo Upadacitinib e a 0,4 eventi/100 PY nel gruppo Adalimumab.

Riguardo all'insorgenza di tumori, il tasso di eventi neoplastici è stato pari a 0,6 eventi/100 PY nel gruppo Upadacitinib e a 0,8 eventi/100 PY nel gruppo Adalimumab.

In conclusione, il profilo di sicurezza di Upadacitinib a 5 anni è risultato in linea con i risultati a 3 anni e con l'analisi integrata della sicurezza di fase 3.
Coerentemente con le analisi a 3 anni, Upadacitinib ha continuato a mostrare risposte cliniche numericamente migliori di ADA a 5 anni.
La progressione radiografica di malattia si è mantenuta a livelli ridotti fino a 192 settimane con Upadacitinib e ADA. ( Xagena_2023 )

Fonte: Congresso EULAR ( European League Against Rheumatism ), 2023

Xagena_Medicina_2023